Ora c’è attesa per l’esito dell’impugnazione da parte del Consiglio dei Ministri dello scorso gennaio sulla successiva legge della Sardegna sulle aree idonee
La Corte Costituzionale ha accolto l’impugnazione alla prima legge della Regione Sardegna in materia di aree idonee per le fonti rinnovabili bocciando la moratoria.
COSA HA DECISO LA CORTE
La Corte ha dichiarato infatti costituzionalmente illegittimo l’articolo 3 della legge regionale n. 5 2024 che bloccava per 18 mesi la realizzazione di impianti alimentati da fonti rinnovabili: l’articolo è stato giudicato in contrasto con i principi costituzionali e con la normativa statale ed europea in materia di energia rinnovabile e decarbonizzazione, secondo quanto riportato da La Nuova Sardegna.
SODDISFAZIONE DA PARTE DI ANIE RINNOVABILI
Soddisfatta Anie Rinnovabili secondo cui la decisione “conferma quanto già segnalato dall’Associazione, ovvero l’incompatibilità della normativa regionale con i principi introdotti dal decreto legislativo di recepimento della Renewable Energy Directive II, essenziali per il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione al 2030”.
“Accogliamo con favore la pronuncia della Corte Costituzionale, che conferma la necessità di un quadro normativo chiaro, univoco, trasparente e conforme alla legislazione nazionale ed europea in materia di transizione energetica – ha dichiarato Andrea Cristini, Presidente di ANIE Rinnovabili -. Normative locali non coordinate con i principi nazionali, come quella bocciata dalla Corte, non solo ostacolano il percorso di decarbonizzazione del Paese, ma bloccano investimenti strategici per il territorio, rallentando la crescita della filiera italiana delle rinnovabili e penalizzando le imprese locali con ripercussioni rilevanti anche sulle opportunità di lavoro nell’isola.”
ORA SI ATTENDE L’ESITO DELL’IMPUGNAZIONE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI SULLA LEGGE SARDA RIGUARDANTE LA AREE IDONEE
Positiva anche l’impugnazione da parte del Consiglio dei Ministri dello scorso gennaio della successiva legge sarda sulle aree idonee, per la quale “auspichiamo il medesimo esito. Essa, infatti, presenta evidenti profili di contrasto con la normativa nazionale vietando la realizzazione di progetti già autorizzati, violando i principi introdotti dall’art. 20 del D.lgs. n. 199/2021 e compromettendo lo sviluppo di nuovi impianti da fonti rinnovabili e sistemi di accumulo. Questa legge frena investimenti stimati tra 8 e 12 miliardi di euro entro il 2030, con un impatto diretto anche sulla gestione e manutenzione degli impianti che nel 2030 raggiungerà il valore di circa 400 milioni di euro”, ha sottolineato Anie.
“L’Italia ha l’opportunità di diventare un hub strategico per le energie rinnovabili, ma questo può avvenire solo se si garantisce certezza normativa e coerenza con le politiche nazionali ed europee. Continueremo a lavorare affinché il settore possa crescere senza ostacoli ingiustificati, favorendo nuove opportunità occupazionali e sviluppo per tutto il territorio, inclusa la Sardegna,” ha concluso Cristini.
Anie Rinnovabili auspica che il Governo “continui a vigilare affinché ogni normativa regionale rispetti gli obiettivi di transizione energetica”.
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