Ecco il piano di azione della Commissione Europea per l’industria dell’acciaio e dei metalli


Sostenere ed espandere le capacità industriali europee e, contemporaneamente, accelerare la transizione del settore: sono questi gli obiettivi del piano di azione europeo per l’industria dell’acciaio e dei metalli (Action Plan on Steel and Metal) presentato dalla Commissione Europea.

Il piano mira a contrastare le sfide che minacciano la competitività del settore – tra cui gli elevati costi energetici, la concorrenza internazionale sleale – per promuovere la competitività e accelerare la decarbonizzazione di queste industrie, in linea con gli obiettivi del Clean Industrial Deal e del piano d’azione per un’energia a prezzi accessibili (di cui abbiamo parlato in questo articolo).

A questo obiettivo si aggiunge la necessità di rafforzare l’industria europea dell’acciaio e dei metalli alla luce del cambiamento della linea degli Stati Uniti nei confronti della difesa degli alleati europei, che sta portando alla definizione di un piano di riarmo comunitario (ReArm Europe). Nella giornata di oggi, infatti, la Commissione UE ha presentato anche un white paper che presenta soluzioni per colmare le lacune di capacità critiche e costruire una solida base industriale della difesa, con obiettivi fissati al 2030 (attraverso la roadmap “Readiness 2030”).

Concorrenza sleale, decarbonizzazione e domanda in aumento: le sfide per l’industria dell’acciaio e dei metalli

Storicamente l’Europa ha rappresentato un pilastro nella produzione di acciaio e metalli di base, offrendo prodotti di alto valore indispensabili per molte industrie a valle e per la sicurezza economica e sociale dell’UE.

Oggi l’industria si trova a fronteggiare ostacoli di diversa natura, come l’alto costo dell’energia, la concorrenza internazionale non equa e la necessità di investimenti per la decarbonizzazione, a cui si aggiunge un carico normativo significativo.

La quota europea nella produzione mondiale di acciaio è diminuita al 7-8%, mentre la produzione primaria di alluminio è solo del 3,8%. Parallelamente paesi come la Cina e l’India hanno ampliato massicciamente la loro capacità produttiva, spesso grazie a sussidi distorsivi.

Nonostante l’Europa riesca ancora a soddisfare gran parte della domanda interna di acciaio (90%) e rame (83%), la situazione è più critica per l’alluminio (46%) e il nichel (25%), complice anche la crescente domanda prevista entro il 2030 legata alla difesa europea.

“L’industria siderurgica è sempre stata un motore fondamentale per la prosperità europea. L’acciaio pulito di nuova generazione dovrebbe quindi continuare a essere prodotto in Europa. Ciò significa che dobbiamo aiutare le nostre acciaierie che si trovano ad affrontare forti venti contrari sul mercato globale. Per garantire che rimangano competitivi, dobbiamo ridurre i costi energetici e aiutarli a introdurre sul mercato tecnologie innovative a basse emissioni di carbonio. Con il Piano d’azione di oggi offriamo soluzioni concrete per una fiorente industria siderurgica europea”, ha commentato la Presidente della Commissione Ursula von der Leyen.

I sei pilastri del piano d’azione europeo per i settori dell’acciaio e dei metalli

Il piano d’azione si articola attorno a sei pilastri principali, ognuno dei quali affronta aspetti critici per la sopravvivenza e la trasformazione del settore:

  1. Garantire un’energia pulita e a prezzi accessibili
  2. prevenire la rilocalizzazione delle emissioni di carbonio
  3. promuovere e proteggere le capacità industriali europee
  4. promuovere la circolarità dei metalli
  5. difendere i posti di lavoro industriali di qualità
  6. ridurre i rischi attraverso i mercati guida e il sostegno agli investimenti

Le azioni previste dal piano sono il risultato di un processo inclusivo e collaborativo, che ha comportato molteplici discussioni e il coinvolgimento delle parti interessate, tra cui il Dialogo sull’acciaio che si è svolto il 4 marzo 2025.

Vediamo nel dettaglio le principali iniziative per ciascun pilastro.

1.Garantire un’energia pulita e a prezzi accessibili: le misure per diminuire i costi dell’energia, il focus sull’idrogeno pulito e a basse emissioni e sul recupero del calore residuo

Il primo pilastro del Piano d’Azione europeo per l’acciaio e i metalli è dedicato a garantire che le industrie metallurgiche abbiano accesso a energia pulita e a costi sostenibili, riconoscendo come i costi energetici incidano significativamente sulla loro competitività.

Una delle iniziative chiave è il sostegno statale e l’incentivazione dei Power Purchase Agreements (PPA). La Commissione sta consultando gli Stati membri riguardo a un nuovo strumento di aiuto di Stato mirato a una flessibilità pulita, basato sull’utilizzo di PPA e sull’impegno delle industrie a consumare energia elettrica prodotta da fonti pulite.

Parallelamente, fornirà indicazioni agli Stati membri su come strutturare regimi di sostegno pubblico per l’energia pulita attraverso contratti bidirezionali per differenza, che potranno anche essere combinati con i PPA, con l’obiettivo di offrire un sollievo temporaneo sui prezzi alle industrie ad alta intensità energetica e consentire loro di investire nella decarbonizzazione.

Il piano sottolinea anche l’importanza di utilizzare appieno le flessibilità normative esistenti. Gli Stati membri sono invitati ad attuare rapidamente e a sfruttare tutte le possibilità offerte dalla legislazione europea sull’energia e dalle norme sugli aiuti di Stato per diminuire i costi per le industrie energivore. Ciò include la possibilità di ridurre le tasse ambientali e le accise sull’elettricità per quei settori che, senza tale riduzione, non sarebbero in grado di proseguire le proprie attività economiche in modo sostenibile.

Un altro aspetto rilevante è l’accelerazione delle connessioni alla rete e la promozione dell’idrogeno pulito. La Commissione collaborerà con gli Stati membri per affrontare le problematiche legate ai lunghi tempi di attesa per ottenere o ampliare una connessione alla rete, con l’obiettivo di evitare ritardi negli investimenti per l’elettrificazione. Saranno emesse linee guida e raccomandazioni agli Stati membri per ridurre i tempi di attesa, considerando anche la possibilità di deviare dal principio del “primo arrivato, primo servito” in base a criteri oggettivi che favoriscano investimenti benefici per la transizione energetica pulita e l’efficienza del sistema elettrico.

Riconoscendo che l’elettrificazione diretta non è sempre la soluzione più adatta, il piano evidenzia il ruolo chiave dell’idrogeno rinnovabile e a basse emissioni di carbonio per la decarbonizzazione dell’acciaio e di altri metalli. A tal fine, la Commissione adotterà un atto delegato sull’idrogeno a basse emissioni di carbonio nelle prossime settimane e continuerà a sostenere la produzione attraverso il terzo bando della Banca Europea dell’Idrogeno, previsto per il terzo trimestre del 2025. Si prevede inoltre una riprioritizzazione del mandato dell’Alleanza Europea per l’Idrogeno Pulito verso i settori in cui l’idrogeno è più rilevante per gli sforzi di decarbonizzazione.

Infine il piano mira a promuovere l’aumento dell’efficienza energetica e l’utilizzo di energia pulita, anche attraverso il recupero del calore residuo. I settori dell’acciaio e dei metalli hanno un elevato potenziale di recupero del calore di scarto, che può essere riutilizzato all’interno dei processi produttivi o in reti di teleriscaldamento.

La Commissione svilupperà e promuoverà approcci standardizzati al recupero del calore di scarto, anche attraverso modelli come gli accordi di acquisto di calore e la diffusione delle migliori pratiche sulla pianificazione integrata delle infrastrutture di riscaldamento, come parte della Strategia per il Riscaldamento e il Raffreddamento annunciata nell’Action Plan for Affordable Energy.

2. Prevenire la rilocalizzazione delle emissioni di carbonio

Il secondo pilastro del Piano d’Azione si concentra sulla prevenzione della fuga di carbonio, un aspetto cruciale per garantire l’efficacia delle politiche climatiche dell’UE e la competitività delle sue industrie metallurgiche. Un elemento centrale in questo contesto è il Carbon Border Adjustment Mechanism (CBAM), le cui obbligazioni finanziarie entreranno in vigore nel 2026, parallelamente alla graduale eliminazione delle quote gratuite nell’ambito del sistema EU ETS entro il 2034.

Il piano riconosce che, sebbene il CBAM si applichi ai beni importati, non risolve il rischio di fuga di carbonio per i metalli prodotti nell’UE ed esportati in paesi terzi con ambizioni climatiche inferiori, dove competono con produttori meno vincolati. Per affrontare questo svantaggio, la Commissione intende proporre una soluzione specifica per i beni prodotti dai settori CBAM nell’UE destinati all’esportazione.

Un’altra preoccupazione è il rischio che la fuga di carbonio nei settori coperti dal CBAM si sposti a valle nella catena del valore. Ciò potrebbe avvenire attraverso la circumvenzione, ovvero modifiche minime ai beni di base CBAM per evitare gli obblighi, o se i consumatori dell’UE iniziassero a preferire beni a valle importati da paesi terzi con politiche climatiche meno severe.

Le aziende che attualmente producono o trasformano beni correlati al CBAM nell’UE potrebbero poi decidere di trasferire le loro operazioni in tali paesi.

Considerando l’urgenza di fare chiarezza in questo ambito, la Commissione accelererà i lavori sull’estensione e il rafforzamento del CBAM e anticiperà elementi chiave della riforma.

Entro il secondo trimestre del 2025 la Commissione pubblicherà una comunicazione con analisi e opzioni su come affrontare il problema della fuga di carbonio per i beni CBAM esportati dall’UE.

Entro il quarto trimestre del 2025 sarà invece condotta una revisione completa del CBAM, accompagnata da una strategia anti-circumvenzione e da una prima proposta legislativa che prevede l’estensione dell’ambito del CBAM a determinati prodotti a valle intensivi di acciaio e alluminio e l’inclusione di ulteriori misure anti-circumvenzione.

3. Promuovere e proteggere le capacità industriali europee

Questo pilastro si concentra sulla difesa dell’industria europea dei metalli dalla concorrenza globale sleale e dalle sovraccapacità.

Riconoscendo che l’UE è l’unica grande regione produttrice di acciaio a registrare una diminuzione della capacità, il piano prevede un utilizzo più incisivo degli strumenti di difesa commerciale.

In particolare, la salvaguardia esistente sull’acciaio sarà rafforzata per tenere conto degli ultimi sviluppi del mercato e una misura a lungo termine che sostituirà l’attuale salvaguardia sarà proposta entro il terzo trimestre del 2025, con l’obiettivo di entrare in vigore prima della scadenza della misura attuale nel luglio 2026 e fornire un livello di protezione elevato.

Analogamente, la Commissione è pronta ad avviare un’indagine di salvaguardia per il settore dell’alluminio qualora pervenga una richiesta debitamente motivata, data la perdita di quote di mercato e la riduzione della capacità produttiva primaria. Tra le iniziative che verranno valutate anche l’introduzione della regola del “fuso e colato” per tracciare l’origine del metallo. La Commissione intensificherà il monitoraggio dei flussi commerciali e potrà avviare indagini basate sulla “minaccia di pregiudizio”.

Per quanto riguarda gli altri metalli si prevede un monitoraggio rafforzato e la possibilità di proporre azioni commerciali appropriate.

4. Promuovere la Circolarità per i Metalli

L’obiettivo di questo pilastro è di aumentare significativamente il riciclo dei metalli nell’UE per contribuire alla decarbonizzazione e ridurre la dipendenza dalle materie prime primarie importate.

Il piano mira a stimolare la domanda di rottame metallico nell’UE, anche attraverso una migliore selezione e trattamento per applicazioni di alta qualità.

A questo fine, la Commissione: preparerà la definizione di obiettivi per l’utilizzo di acciaio e alluminio riciclati in settori chiave; valuterà la necessità di requisiti di riciclabilità e/o contenuto riciclato per ulteriori gruppi di prodotti; intensificherà il coinvolgimento degli attori della filiera per favorire la transizione verso modelli di business più circolari.

A livello del mercato unico si intende migliorare la circolazione del rottame metallico, affrontando le barriere dovute a sistemi di classificazione dei rifiuti non armonizzati, attraverso il futuro Circular Economy Act previsto per il quarto trimestre del 2026.

5. La difesa dei posti di lavoro europei

Il quinto pilastro  mira a promuovere e proteggere posti di lavoro nell’industria con salari dignitosi, condizioni di lavoro trasparenti e prevedibili e elevati standard di salute e sicurezza.

Per supportare meglio i lavoratori colpiti dalle transizioni, la Commissione proporrà nella primavera del 2025 una modifica mirata al regolamento sul Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione per estendere la possibilità di sostegno alle imprese in fase di ristrutturazione.

La Commissione si impegnerà attivamente con gli Stati membri e i partner settoriali per promuovere l’utilizzo del Fondo sociale europeo Plus (FSE+). Più in generale, la Commissione continuerà a sostenere i partner sociali per garantire una transizione giusta ed equa dei settori dell’acciaio e dei metalli, in particolare nelle regioni più colpite, facendo leva sull’esperienza del Fondo per una transizione giusta.

L’Osservatorio europeo per una transizione equa e la Roadmap per posti di lavoro di qualità monitoreranno gli impatti occupazionali della transizione.

6. Ridurre i rischi dei progetti di decarbonizzazione attraverso mercati guida e sostegno pubblico

Questo pilastro affronta la sfida della redditività degli investimenti per la decarbonizzazione, che spesso non sono economicamente vantaggiosi nel breve termine. Per ridurre la necessità di sostegno pubblico, è fondamentale che i produttori di metalli ottengano un “premio verde”.

Il piano punta a sviluppare mercati guida, sia pubblici che privati, per i metalli a basse emissioni di carbonio. Come annunciato nel Clean Industrial Deal, la Commissione proporrà, nell’ambito dell’Industrial Decarbonisation Accelerator Act, l’introduzione di criteri di resilienza e sostenibilità per promuovere la domanda di prodotti puliti europei nei settori ad alta intensità energetica, inclusi l’acciaio e i metalli e le loro filiere a valle.

Per consentire alle industrie che investono nella decarbonizzazione di beneficiare del “premio verde”, l’Industrial Decarbonisation Accelerator Act svilupperà un marchio volontario sull’intensità di carbonio dei prodotti industriali, iniziando dall’acciaio nel 2025.

Parallelamente si continuerà a lavorare sullo sviluppo di valutazioni complete del ciclo di vita per migliorare la sostenibilità dei prodotti.

Per quanto riguarda l’acciaio, l’Ecodesign for Sustainable Product Regulation completerà il marchio sviluppando requisiti ambientali più ampi dell’impronta di carbonio.

Il piano prevede anche un sostegno pubblico e privato agli investimenti per affrontare gli elevati costi iniziali e operativi dei processi di produzione a basse emissioni di carbonio, che si aggiungeranno ai fondi stanziati dall’Innovation Fund e gli altri programmi.

La Commissione stanzierà 150 milioni di euro attraverso il Fondo di ricerca per il carbone e l’acciaio nel 2026-27, mentre altri 600 milioni di euro attraverso Horizon Europe saranno destinati al Clean Industrial Deal.

Nella fase di scale-up, la Commissione mira a stanziare 100 miliardi di euro attraverso la Banca per la decarbonizzazione industriale, attingendo al Fondo per l’innovazione e ad altre fonti, con un’asta pilota da 1 miliardo di euro nel 2025 incentrata sulla decarbonizzazione e l’elettrificazione dei processi industriali chiave.

Piano di azione europeo per l’industria dell’acciaio e dei metalli: il testo integrale

Di seguito vi riportiamo il testo integrale del piano di azione europeo per l’industria dell’acciaio e dei metalli.

Communication – Steel and Metals Action Plan




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