Ddl intelligenza artificiale, come l’AI entrerà in tribunali, ospedali e pubblica amministrazione italiani


Il Senato, con 85 sì, 42 no e nessun astenuto, ha dato il via libera nel pomeriggio di giovedì 20 marzo al ddl sull’intelligenza artificiale, ovvero al disegno di legge delega che disciplina la materia. Il provvedimento, che dovrà essere ora esaminato da Montecitorio, definisce anzitutto i principi generali entro i quali andrà utilizzata una tecnologia potenzialmente tanto dirompente, come il preservamento dei diritti fondamentali, delle libertà, dello svolgimento con metodo democratico della vita istituzionale e politica. Delineato anche l’ambito di applicazione delle nuove regole: sono escluse le attività poste in essere con la finalità della sicurezza nazionale e della cybersicurezza, come per esempio quelle promosse dal Dipartimento delle informazioni per la sicurezza o dell’Agenzia informazioni e sicurezza esterna, che dovranno comunque garantire il rispetto dei diritti fondamentali e delle libertà previste dalla Costituzione. In materia di cybersicurezza, vengono attribuite ulteriori funzioni all’Agenzia per la cybersicurezza nazionale in materia di intelligenza artificiale.

La nazionalità dei server

Tra le disposizioni del ddl sull’intelligenza artificiale si prevede che i sistemi destinati a uso pubblico debbano essere installati su server che si trovano nel territorio nazionale al fine di garantire la sovranità e la sicurezza dei dati sensibili dei cittadini. Le sole deroghe previste dal ddl AI riguardano i sistemi di intelligenza artificiale impiegati nell’ambito di operazioni militari condotte all’estero.

La strategia italiana per l’intelligenza artificiale

Il testo prevede che la Strategia nazionale sull’AI, mirata a favorire la collaborazione tra le amministrazioni pubbliche e i privati, coordinare le attività della PA, promuovere la ricerca e la diffusione della conoscenza in materia, indirizzare le misure e gli incentivi previsti, debba essere approvata con cadenza almeno biennale dal Comitato interministeriale per la transizione digitale (Citd).

La cabina di regia a Palazzo Chigi

Il Dipartimento per la trasformazione digitale della presidenza del Consiglio dei ministri avrà il compito di monitorare l’attuazione della strategia, coordinando i lavori e avvalendosi del supporto dell’Agenzia per l’Italia digitale, d’intesa, per gli aspetti di competenza, con l’Agenzia per la cybersicurezza nazionale, sentendo anche la Banca d’Italia, la Consob e l’Ivass (l’Istituto di vigilanza sulle assicurazioni) in qualità di autorità di vigilanza del mercato.

Per quanto riguarda l’uso dell’intelligenza artificiale nella pubblica amministrazione, viene chiarito che agli interessati va assicurata anzitutto la conoscibilità del suo funzionamento ma soprattutto la tracciabilità del suo utilizzo. Utilizzo che sarà subordinato al rispetto dell’autonomia e del potere decisionale della persona, che resta la sola responsabile dei provvedimenti e dei procedimenti. Tutte o quasi le disposizioni del testo tendono infatti a ribadire un principio antropocentrico in merito all’uso degli algoritmi intelligenti. Le pubbliche amministrazioni dovranno adottare tutte le misure necessarie a garantire un utilizzo “responsabile” del nuovo strumento e a sviluppare le capacità trasversali degli utilizzatori.

L’AI entra in tribunale?

Gli algoritmi di intelligenza artificiale potranno entrare anche nei palazzi di giustizia: l’autorizzazione alla sperimentazione e l’impiego dei sistemi di intelligenza artificiale negli uffici giudiziari ordinari saranno materie affidate al dicastero competente, ovvero al ministero della Giustizia, che provvederà sentite l’Agenzia per l’Italia digitale e l’Agenzia per la cybersicurezza. Viene esclusa qualsiasi possibilità di fare ricorso all’intelligenza artificiale nelle decisioni che riguardano l’interpretazione e l’applicazione della legge, nella valutazione dei fatti e delle prove e nell’adozione dei provvedimenti: tutte attività che continueranno a essere prerogativa del magistrato.

Inoltre il governo dovrà disporre una regolamentazione dell’utilizzo di sistemi di intelligenza artificiale nelle indagini preliminari, nell’alveo del rispetto delle garanzie costituzionali fondamentali inerenti al diritto di difesa e ai dati personali dei terzi, nonché dei principi di proporzionalità, non discriminazione e trasparenza.



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