«Con i dazi Usa a rischio in Calabria le piccole imprese. Necessario diversificare i mercati e puntare sui nostri territori»


L’analisi di Giovanni Benvenuto, portavoce regionale della Cna e titolare di un’azienda vitivinicola vibonese che traccia anche una road map con le contromisure più idonee

La questione dei dazi imposti dal presidente americano Trump alle esportazioni in America ha confuso le acque e determinato oscillazioni in borsa. Gli effetti reali sulle varie economie – compresa quella a stelle e strisce – si vedranno a medio termine. Intanto però gli imprenditori e le organizzazioni di categorie sono in allerta.

Giovanni Celeste Benvenuto è il giovane titolare delle omonime cantine di Francavilla Angitola, nel Vibonese, ed anche portavoce regionale della Cna Agroalimentare.

Partiamo da una considerazione di carattere generale, visto che Cna – Confederazione Nazionale Artigianato e Piccola media impresa – accoglie aziende di ogni grandezza. La nuova pressione dei dazi, secondo lei, in proporzione rischia di soffocare maggiormente quelle più strutturate o le più limitate?

«Io credo che la pressione dei dazi inciderà in modo significativo su tutte le imprese, ma con effetti diversi. Le aziende più strutturate, che operano su mercati internazionali, possono subire un impatto maggiore in termini di volumi di esportazione e competitività, come ad esempio i grandi produttori di Prosecco. Tuttavia le piccole e medie imprese, con risorse finanziarie più limitate, rischiano di essere maggiormente vulnerabili, poiché hanno meno capacità di assorbire i costi aggiuntivi dei dazi o di diversificare i mercati. In sintesi, i dazi rappresentano una minaccia per l’intero settore, ma possono colpire in modo più critico le realtà più piccole».

Prendendo come termine di paragone la sua azienda agricola con le Cantine, quali contromisure pensate di introdurre?

«Come imprenditore è fondamentale adottare strategie di mitigazione del rischio. Le contromisure includono ad esempio la diversificazione dei mercati, esplorando nuove zone di esportazione per ridurre la dipendenza da quelli più esposti ai dazi, motivo per il quale saremo presenti al Vinitaly tra qualche giorno. L’ottimizzazione dei costi, rivedendo i processi produttivi e logistici per ridurre i costi e aumentare l’efficienza, concentrandosi sul prezioso mercato territoriale locale. Ed anche una migliore valorizzazione del prodotto, puntando come sempre, su un altissimo livello qualitativo che esprima l’unicità dei nostri vini per giustificare eventuali aumenti di prezzo legati ai dazi. Infine punteremo anche a rafforzare le collaborazioni con altre aziende e associazioni di categoria per affrontare insieme le sfide del mercato ed incrementare economie di scala.

Il vino è da tempo oggetto di attacchi concentrici: lo Stato sta facendo di tutto per difendere questo Patrimonio nazionale e mondiale italiano?

«Verissimo: il vino rappresenta un patrimonio culturale ed economico di inestimabile valore per l’Italia. Lo Stato ha adottato diverse misure per tutelare il settore, come la promozione sui mercati internazionali, la lotta alla contraffazione e il sostegno alla ricerca e all’innovazione. Tuttavia riteniamo sia necessario un impegno costante e coordinato a tutti i livelli per affrontare le sfide emergenti, come le campagne di disinformazione che in concomitanza con il nuovo codice della strada e la nascita dei “vini” dealcolati hanno rappresentato un imbarazzante autogol».

Le strategie e gli investimenti regionali (anche grazie a Pnrr) della Regione negli ultimi anni sembrano andare nel verso giusto: i preoccupanti conflitti internazionali secondo lei rischiano di impedire la ripresa dei mercati agroalimentari e vitivinicoli della Calabria?

«Gli investimenti regionali e i fondi del Pnrr rappresentano un’opportunità cruciale per sostenere la ripresa del settore agroalimentare e vitivinicolo calabrese. Tuttavia, le vicende internazionali, come le tensioni geopolitiche e l’instabilità economica, possono creare incertezze e ostacolare la crescita dei mercati. È fondamentale monitorare attentamente l’evoluzione degli scenari internazionali e adottare strategie flessibili per adattarsi ai cambiamenti che sicuramente sono in atto».



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link