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L’allarme dei 17 Gal della Sardegna alla Regione


Mariella Amisani

«Non è pensabile che per portare avanti le nostre attività, con risorse che ci vengono riconosciute dall’Europa, dobbiamo ricorrere all’indebitamento delle nostre organizzazioni, alla stipula di garanzie personali da parte dei presidenti che non ricevono alcun compenso per la loro attività». È l’allarme lanciato da AssoGal (associazione che riunisce i Gruppi di azione locale dell’Isola), che si associa alla richiesta di supporto e ascolto già espressa dal GalPa (Gruppo di azione locale pesca e acquacoltura) del nord Sardegna.

AssoGal riunisce i 17 Gal sardi e si esprime fermamente contro un sistema che prevede anticipazioni sulla gestione delle attività solo a fronte della stipula di polizze fideiussorie o attraverso la contrazione di debiti con gli istituti bancari, al fine di garantire la spesa delle risorse necessarie per l’attuazione dei programmi di sviluppo rurale.

L’AssoGal propone alla Regione due interventi da realizzare immediatamente: partendo dalla presa d’atto dello status dei Gal e dei GalPa quali organismi di diritto pubblico, serve il riconoscimento di appositi strumenti finanziari senza la necessità di ricorrere a garanzie o all’accesso al credito; in secondo luogo, la creazione di una dotazione finanziaria su base annua per garantire l’operatività delle strutture tecniche che portano avanti la programmazione.

La presidente dell’AssoGal Sardegna Mariella Amisani sottolinea le criticità evidenziate anche in passato: «I continui ritardi ci obbligano a un sistema di accesso al credito macchinoso e totalmente antieconomico». Ciò che in particolare viene contestato è il sostanziale obbligo ad affidarsi a un sistema di prestiti che, spiega Amisani, «provoca indebitamento in un contesto di difficoltà a ottenere risorse. I Gal versano in una situazione finanziaria drammatica. In numerosi casi sono stati bloccati gli stipendi ai dipendenti, i pagamenti ai fornitori e ai professionisti incaricati dello sviluppo delle strategie. Alcuni Gal sono riusciti ad avere prestiti dal sistema bancario dietro presentazione di garanzie personali da parte dei presidenti e con tassi di interesse superiori al 10 per cento, il cui costo non è peraltro rendicontabile. Sono oltretutto poche le compagnie assicurative disposte a prestare copertura a favore dei Gal strutturalmente privi di patrimonio».

Si tratta di fondi che le istituzioni europee elargiscono per la realizzazione di strategie partecipative di sviluppo rurale previste per un determinato periodo di anni e già approvate. «La nuova Programmazione CSR 2023-2027 necessita di una partenza diversa rispetto al passato, anche perché siamo chiamati a un’importante sfida per i territori rurali, ovvero il coordinamento di strategie di sviluppo locale che interessano anche la programmazione del Fondo Sociale Europeo Plus, i cui obiettivi sono formazione e occupabilità. Siamo un partenariato pubblico/privato che ricade in un territorio di oltre 290 comuni dell’Isola con effetti su una popolazione di circa 500 mila abitanti».

La speranza che si possa lavorare unitariamente all’individuazione di una soluzione è affidata all’audizione che dovrebbe svolgersi a breve presso la Commissione Bilancio. Nel frattempo, conclude la presidente: «A giorni convocheremo un incontro con i rappresentanti di tutti i Gal, soci, imprese, GalPa, enti e istituzioni coinvolte per discutere della vertenza in atto».



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