STAR in affanno incontrano gli investitori in attesa di fondo di fondi e svolta di mercato – Economia e Finanza


(Teleborsa) – Le “stelle” di Piazza Affari – ovvero le società che hanno scelto di impegnarsi a rispettare requisiti stringenti in termini di liquidità, trasparenza e corporate governance per rendersi più appetibili agli investitori esteri – continuano a soffrire nel 2025. Il FTSE Italia STAR, che rappresenta le società quotate sul segmento Euronext STAR Milan di Borsa Italiana, ha perso l’1,1% da inizio anno e il 5,2% negli ultimi 12 mesi (dati al 24 marzo), ed è in ribasso del 32% dal massimo storico toccato a novembre 2021. L’indice sta sottoperformando sia il FTSE MIB (+14% YTD e +13,5% sui 12 mesi) che il FTSE Italia Growth (-0,3% YTD e -3,6% sui 12 mesi). Allargando lo sguardo, secondo una ricerca di Intesa Sanpaolo, la sottoperformance nel 2022-24 è di circa il 63% rispetto al FTSE IT All Shares e di circa il 15% rispetto allo Stoxx Small 200, riflettendo una crescita più lenta dell’utile per azione, nonché una significativa contrazione della liquidità che affluisce nelle società STAR, anche a causa dei riscatti dei fondi PIR.

“Il contesto macroeconomico complesso degli ultimi anni ha penalizzato le piccole e medie imprese, impattando di conseguenza sulla performance dell’indice FTSE Italia STAR – afferma Barbara Lunghi, Head of Primary Markets di Borsa Italiana – Nonostante ciò, il segmento STAR continua a essere un’iniziativa di grande successo in Italia, grazie al ruolo cruciale che ha svolto nel dare visibilità a un gruppo di aziende con elevati standard di eccellenza, permettendo loro di emergere ed essere inserite nei portafogli di investitori internazionali”.

Un’occasione per rilanciarsi agli occhi degli investitori è la ventiquattresima edizione della Euronext STAR Conference, l’appuntamento annuale per le società quotate su Euronext STAR Milan al via oggi a Palazzo Mezzanotte. L’edizione di quest’anno vede oltre 2.900 incontri tra 59 società STAR partecipanti, circa 280 investitori, in rappresentanza di oltre 160 case di investimento e più di 90 analisti e rappresentanti degli intermediari che supportano la conferenza. Delle oltre 160 case di investimento presenti, il 43% proviene dall’estero, con investitori da 10 Paesi, tra cui Francia (12%), Germania (10%), Svizzera (7%), Regno Unito (6%), Paesi nordici (2%), Spagna (2%) e Stati Uniti (1%).

La conference arriva a valle della pubblicazione dei risultati annuali, permettendo alle società di spiegarli agli investitori e rappresentando un’occasione per gli analisti di scrivere ricerca sugli emittenti. Se i risultati del 2024 sono stati in chiaroscuro, le performance in Borsa sono state nella maggior parte dei casi deludenti. Delle 67 società quotate su Euronext STAR Milan, solo 24 hanno una performance positiva negli ultimi 12 mesi. Spiccano, in positivo, Newlat Food (+139%), IGD (+97%) e Avio (+85%), mentre in negativo Landi Renzo (-59%), Eurotech (-58%) e Tinexta (-55%). Da inizio anno sono 32 le società in verde, con le migliori che sono Banca Sistema (+38%), Cementir (+42%) e Avio (+26%), mentre soffrono particolarmente Abitare In (-32%) e El.En. (-24%) e Amplifon (-22%). I titoli con la maggiore capitalizzazione sono Reply (6,1 miliardi di euro), Amplifon (4,4 miliardi di euro) e Interpump (3,8 miliardi di euro). Le più piccole sono Eurotech (26 milioni di euro), Tesmec (39 milioni di euro) e Neodecortech (43 milioni di euro).

Chi è arrivato da poco sul segmento è comunque ottimista sulle opportunità future e pronto a sfruttare la sua prima STAR Conference per attirare nuovi investitori. “Ci aspettiamo di incontrare, oltre agli investitori già conosciuti, nuovi investitori italiani e stranieri, interessati alla storia della società, al percorso fatto, e soprattutto a quello che ancora faremo nel futuro – dice Salvatore Guarino, Direttore Generale di Altea Green Power – L’approccio sarà, come sempre, molto diretto e focalizzato, il nostro obiettivo è quello di restituire un’idea chiara del nostro modello di business, dei principali drivers che lo regolano e permettere loro di focalizzare distintamente il nostro posizionamento in un mercato competitivo e dinamico”. Sono passati troppi pochi mesi per fare un bilancio della nuova esperienza, ma Guarino crede che “il passaggio al mercato principale abbia permesso e permetterà ad Altea Green Power, nel medio e lungo periodo, di raggiungere una platea di investitori ancora più ampia e maggiormente specializzata sulla green energy”, anche perché la società “crede fortemente nel rapporto con gli investitori e nella validazione che, dagli stessi può venire, parallelamente alle nostre scelte industriali e ai processi di crescita in atto per lo sviluppo del business”.

Il segmento STAR condivide la stessa dinamica dell’intera Piazza Affari in quanto a IPO e OPA – in calo le prime e in aumento le seconde – presentando un saldo netto negativo in quanto a entrate e uscite nell’ultimo periodo. Negli ultimi quattro anni ci sono state solo 3 ammissioni di nuove società sul segmento STAR (SYS-DAT nel 2024, Generalfinance nel 2022 e Seco nel 2021), mentre 8 sono stati gli uplisting da EGM (l’ultima è stata Altea Green Power a novembre 2024). Nel 2024 sono arrivati i delisting di Openjobmetis, Saes Getters, IVS Group, Salcef e Servizi Italia. Nonostante ciò, “STAR rimane attraente perché rappresenta una vera e propria vetrina per le imprese che vogliono crescere, ottenere finanziamenti e posizionarsi nel mercato dei capitali”, evidenzia Barbara Lunghi.

“Le aziende che scelgono di quotarsi su Euronext STAR Milan lo fanno perché offre numerosi vantaggi che possono favorire la crescita e rafforzare la loro reputazione sul mercato – spiega la manager di Borsa Italiana – Uno dei principali motivi per cui un’azienda decide di entrare in STAR è l’accesso a nuovi capitali. Quotarsi permette infatti di raccogliere fondi per finanziare espansioni, acquisizioni o innovazioni, senza dover dipendere esclusivamente dai finanziamenti bancari. Inoltre, la presenza di un flottante minimo del 35% garantisce maggiore liquidità, rendendo il titolo più facilmente scambiabile e quindi più interessante per gli investitori. Oltre all’aspetto finanziario, STAR aiuta le aziende a rafforzare la propria governance. L’adozione di regole più rigorose migliora la gestione aziendale e riduce il rischio percepito dagli investitori, aumentando così il valore e la stabilità dell’impresa. Un altro grande vantaggio è l’esposizione internazionale: grazie agli alti standard richiesti, queste società attirano l’attenzione di investitori da tutto il mondo”. AI vantaggi sono comunque associati degli oneri, spesso difficili da rispettare in prima battuta dalle PMI italiane, che sempre più scelgono l’EGM come mercato con cui iniziare il loro percorso da società quotata. I principali requisiti per accedere al Segmento Euronext STAR Milan infatti sono: flottante al 35% (vs 25% su Euronext Milan e 10% su Euronext Growth Milan), 3 bilanci certificati (vs 3 su EXM e 1% su EGM), market cap tra 40 milioni e 1 miliardo di euro (minimo 40 milioni su EXM e nessun requisito formale su EGM), obbligo di pubblicare un resoconto trimestrale (solo semestrale su EXM ed EGM).

Un cauto ottimismo sul comparto arriva da quanto visto sulle Borse in questi primi mesi dell’anno, con una sovraperformance dell’Europa rispetto agli Stati Uniti e una politica monetaria che diventa più accomodante con un’economia in raffreddamento. “Sui mercati cominciamo a vedere la necessità di diversificare e tornare a guardare i fondamentali, perché ci si è resi conto che la funzione delle Borse non è quella di salire e basta, ma quella di allocare quella che dovrebbe essere e una risorsa scarsa, il capitale, in modo efficiente – dice Gianluca Pediconi, Partner e Portfolio Manager di MOMentum Alternative Investment – Per 15 anni non l’hanno fatto perché il capitale costava praticamente zero, mentre adesso i tassi reali cominciano ad avere un costo e ci sono vari rischi nel mondo, come testimonia la corsa dell’oro. Io mi aspetto che i flussi finanziari comincino a muoversi, e lo stiamo vedendo già da 2-3 mesi, e si passi da un’allocazione focalizzata sul momentum e sulla dimensione a una dettata anche dai fondamentali“.

Un impulso a tutto ciò, guardando all’Italia, potrebbe arrivare dal Fondo Nazionale Strategico Indiretto, in rampa di lancio. Cassa Depositi e Prestiti (CDP) potrà sottoscrivere fino al 49% delle quote emesse da OICR di nuova costituzione che investono in PMI italiane, quotate o quotande in mercati regolamentati o MTF italiani, con il restante 51% delle quote di tali OICR sottoscritto da investitori istituzionali privati italiani. Le norme messe a punto da CDP, e presentate negli scorsi giorni agli investitori, prevedono che un importo tra i 35 e i 50 milioni di euro del Patrimonio destinato gestito da CDP possa essere investito in ciascun OICR di nuova costituzione e, da questi, in PMI italiane, anche con fatturato inferiore a 50 milioni di euro. Il fondo dovrebbe finanziare una decina di fondi sottostanti, gestiti da operatori privati, che dovranno investire: almeno il 70% in azioni di società a media e piccola capitalizzazione, escluse dall’indice FTSE MIB; fino al 30% in titoli azionari quotati con un fatturato superiore a 50 milioni di euro e in titoli di debito emessi dall’Italia e dalla Commissione europea.

Posto che “un catalyst puro è difficile da trovare per il rilancio delle small e mid cap”, Pediconi è ottimista su questo nuovo strumento: “Il fondo di fondi di CDP non avrà l’effetto dei PIR per fortuna, che hanno creato una bolla che poi si è sgonfiata con effetti drammatici, ma dovrebbe portare soldi in modo sano e spalmato nel tempo a investitori che guardano al mondo delle PMI come deve essere guardato: è un mondo quotato, ovvero liquido, ma che per certi versi ha delle logiche molto simili al private equity. Sono fiducioso che dopo queste sottoperformance, mai viste negli ultimi 25 anni, ci siano dei ri-orientamenti di capitale verso le società STAR e le small e mid cap italiane più in generale”. Non va infatti dimenticato che, guardando al lungo periodo, i ricavi aggregati delle società STAR sono cresciuti costantemente nel 2007-24, durante la crisi finanziaria del 2009 e la pandemia del 2020, a un CAGR di circa il 4%. Nonostante la sottoperformance degli ultimi 3 anni, dal suo inizio il FTSE STAR ha nettamente sovraperformato sia il FTSE IT All Shares che lo Stoxx Small 200, fa notare Intesa Sanpaolo. Inoltre, ha sovraperformato l’indice primario e l’indice delle small cap dei maggiori paesi europei, escludendo solo la Germania.



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