Economia, le piccole e medie imprese non si arrendono e puntano all’export 2025


La preoccupazione per i dazi in arrivo. Per oltre la metà le esportazioni valgono almeno il 20% del fatturato, un po’ meno verso gli Usa

Nonostante la minaccia dei dazi le piccole e medie imprese romane continuano a guardare ai mercati esteri. E per oltre la metà le esportazioni valgono almeno il 20% del fatturato. Complice il Giubileo, infatti, continuano a produrre per l’estero con grande interesse. Forse – in alcuni casi – un po’ meno per oltre Atlantico, anche se finora le esportazioni verso gli Stati Uniti sono state il 25% del totale. Ma c’è grande attenzione verso l’Europa con il 57% dei prodotti esportati e verso l’Asia, mercato in espansione anche se finora rappresenta solo il 14%. 

La mancanza di rete organizzativa

Numeri e dati che risultano da una ricerca dell’istituto Swg in collaborazione con la Cna di Roma. Un’indagine secondo cui l’84% delle aziende è presente all’estero da almeno tre anni e fra queste il 57% gestisce l’attività dalla sede romana, senza appoggiarsi a piattaforme internazionali. «Le Pmi romane – commenta Giordano Rapaccioni, segretario di Cna – ancora mancano di una rete organizzativa forte, ma questo non può precludere loro l’opportunità di interagire con i mercati esteri, soprattutto ora che il Giubileo fa di Roma una vetrina internazionale. Le necessità maggiori sono formare le competenze e trovare le risorse finanziarie per sostenere i processi di internazionalizzazione». 




















































La Rizzo Aequae arrivata in Nuova Caledonia 

Gli esempi non mancano, ed eccone tre indicativi. Come la Rizzo Aequae, guidata da Anna Rizzo, che si occupa di soluzioni idrauliche, come rubinetti galleggianti e apparecchi da scarico, ed è arrivata perfino in Nuova Caledonia: «Siamo stati dei pionieri nell’export – dice Rizzo -. Abbiamo cominciato nell’86 e all’inizio abbiamo lavorato con la Francia e la Grecia. Poi, con il tempo, sono state le stesse imprese internazionali a cercarci, e adesso stiamo chiudendo accordi con i Paesi del Sud America». Oppure gli Infissi Peduzzi, in legno e alluminio, di Luciano Peduzzi, impresa dei Castelli Romani: «Grazie a una missione in Albania – spiega – abbiamo iniziato a pensare all’export come parte fondamentale del nostro business. Oggi abbiamo una sede perfino a Nizza». Chi lavora soprattutto con gli Usa è Adriano Maurelli, di Habi, che si occupa di organizzazione di viaggi: «Oggi l’85% dei nostri contratti sono con clienti esteri, un risultato che conferma come le partnership internazionali siano fondamentali».

26 marzo 2025



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