Perché le imprese “saranno costrette” ad accettare pagamenti in criptovalute


Milano, 10 parile 2025 – Con l’inflazione che si mantiene ben oltre il target del 2% fissato dalla Federal Reserve e i tassi d’interesse che crescono senza arginare il problema, il sistema finanziario tradizionale mostra evidenti segni di affanno. Tra fallimenti bancari, deficit fiscali e instabilità geopolitica, cresce la percezione che sia arrivato il momento di considerare alternative concrete per proteggere e gestire il proprio patrimonio.

In questo contesto, le criptovalute – e in particolare Bitcoin – stanno tornando sotto i riflettori non solo come “bene rifugio”, ma anche come strumento pratico per le transazioni quotidiane. Un recente sondaggio condotto a livello globale da Bitget Wallet, importante portafoglio Web3 non-custodial, mostra infatti, che il 46% degli utenti apprezza i pagamenti in crypto per la loro rapidità, mentre il 37% segnala la sicurezza come principale ostacolo. In Europa occidentale, il 37% degli intervistati predilige i pagamenti crypto per la possibilità di effettuare transazioni internazionali veloci, superando le lentezze dei circuiti bancari tradizionali.

Anche in tema generazionale, la Gen X (49%) ne apprezza la velocità, mentre i Millennial (42%) e la Gen Z (39%) apprezzano il fatto che si tratti di transazioni senza confini. Le preoccupazioni per la sicurezza sono maggiori tra gli appartenenti alla Generazione X (42%), mentre la Generazione Z (36%) è più sensibile alle commissioni di transazione. Sebbene gli utenti più giovani siano maggiormente disposti a integrare le criptovalute nelle attività finanziarie della vita quotidiana, i problemi legati all’usabilità e la mancanza di infrastrutture finanziarie continuano a rappresentare degli ostacoli fondamentali per un’adozione più ampia.

Se da un lato Bitcoin continua a essere percepito come “oro digitale” – grazie alla sua offerta fissa e alla natura decentralizzata che lo rende teoricamente immune all’inflazione – dall’altro lato cresce la sua applicazione concreta. Sempre più aziende stanno integrando i pagamenti in criptovaluta nei propri sistemi: brand come Microsoft, Gucci, Starbucks, AT&T e perfino Burger King, ma anche Uber, Apple, Netflix e molti altri, hanno sperimentato o già accettano pagamenti in valute digitali.

Questa doppia valenza – asset rifugio e mezzo di scambio – rafforza l’idea che le criptovalute non siano più solo uno strumento speculativo, ma una leva reale di innovazione economica e finanziaria. Il 35% degli utenti europei coinvolti nel sondaggio Bitget Wallet è attratto soprattutto dal livello di privacy e anonimato che le crypto garantiscono nelle transazioni, un tema sempre più sentito in un contesto dove i dati personali rappresentano una valuta parallela.

L’adozione crescente è trainata anche dalla fiducia nel potenziale di crescita patrimoniale delle valute digitali (segnalata dal 30% degli intervistati europei), in un periodo storico in cui i canali di investimento tradizionali appaiono meno performanti. Tuttavia, rimangono nodi da sciogliere: sicurezza, usabilità e accettazione commerciale.

“La prossima recessione potrebbe essere il momento decisivo per testare davvero l’efficacia delle criptovalute come rete di salvataggio – spiega Alvin Kan, COO di Bitget Wallet – Stiamo già vedendo segnali concreti di una transizione verso un sistema finanziario misto, dove le CBDC coesistono con asset decentralizzati come Bitcoin. Le criptovalute non sono più una scommessa laterale, ma una parte attiva delle discussioni economiche globali”.

L’interesse crescente da parte dei grandi brand e degli utenti segnala l’apertura verso un sistema più flessibile, ma ancora in fase di assestamento. Molto dipenderà dalla capacità del mercato di offrire soluzioni sicure, accessibili e regolamentate. La direzione è tracciata, ma il percorso è tutt’altro che concluso.



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