Presentata ufficialmente la “Fondazione Cer Fonte”


Presentata ufficialmente la Comunità energetica rinnovabile (Cer) “Fonte” che ha sede a Caravaggio, nata il 29 novembre 2024 e già operativa, che aprirà un nuovo corso nelle modalità di consumo e produzione di energia sul territorio nei prossimi anni.

Presentata la Comunità energetica rinnovabile

Venerdì 4 aprile, al teatro “San Carlo” nella splendida cornice dell’oratorio riqualificato, i relatori Giorgio Rigamonti, presidente della Cer, e il consulente Giuseppe Dasti hanno illustrato il percorso che ha portato alla costituzione dell’organismo – di cui fanno parte i Comuni di Caravaggio e Fornovo, le parrocchie di Caravaggio, Masano, Fornovo e Vailate, la diocesi di Cremona e gli enti del Terzo settore “Fondazione don Pierino e don Pidrì” di Caravaggio e “Fondazione Asilo infantile Arturo Bietti” di Fornovo, tutti sottesi alla medesima cabina primaria – e il suo funzionamento. A fare gli onori di casa il sindaco Claudio Bolandrini.

“Grazie alla consulenza dell’ingegner Dasti, che sta seguendo il progetto per conto della diocesi, della parrocchia e del nostro Comune per intercettare le risorse che provengono anche da bandi regionali e nazionali al fine di poter realizzare i campi fotovoltaici che possano fornire energia rinnovabile, affrontiamo quella che penso sia la sfida del futuro – ha esordito – visto il contesto anche internazionale è una scelta obbligata dal punto di vista economico ma che si ispira anche ai principi di rispetto del Creato e dell’ambiente, e che consentirà di investire una parte delle economie che riusciremo a mettere a terra su scala per finalità sociali”.

Un saluto è arrivato anche dal parroco, monsignor Giansante Fusar Poli.

“La scelta della diocesi, a cui le parrocchie hanno volentieri aderito, nasce dalla condivisione ai valori di fondo che fanno riferimento al documento ‘Laudato sì’ scritto dal Papa una decina d’anni fa – ha affermato – quindi la valorizzazione del Creato e il sostegno alle energie rinnovabili, per non consumare i beni della terra e sottrarre alle nuove generazioni quello che potrà servire loro. Insieme a questo c’è la volontà di destinare una quota delle risorse a sostegno di progetti sociali, altrimenti avremmo potuto restarcene a casa”.

La serata è proseguita con l’ingegnere che ha spiegato il funzionamento della Cer dal punto di vista tecnico e con il presidente che ne ha delineato il percorso verso la costituzione, la struttura giuridica, le finalità e i benefici che la Cer genererà a favore dei soci e del territorio.

Cos’è la “Fondazione Cer Fonte”

“La Cer è un ente no profit iscritto al Registro degli enti del Terzo settore (Runts) che ha sede a Caravaggio – ha reso noto Rigamonti – il CdA, nominato dai fondatori, è costituito da me e dai consiglieri Giancarlo Piana, Antonio Frigerio, Gloriano Galleani e Sara Moleri. Il revisore dei conti è Daniela Nava, unica figura che per legge percepirà un compenso. La Cer favorisce la condivisione dell’energia elettrica consumata dai soci consumatori e prodotta da soci e terzi titolari di impianti fotovoltaici e fonti rinnovabili. Distribuisce poi i proventi degli incentivi messi a disposizione dal ‘Gestore dei Servizi Energetici’ (Gse), al netto dei costi di gestione: circa il 30% al Fondo di solidarietà per la realizzazione di progetti sociali e ambientali, circa il 40% a soci e terzi produttori, circa il 30% ai soci consumatori. È dotata di un Comitato di valutazione progetti sostenibili, di un sito web e di una piattaforma on line per la gestione amministrativa degli utenti e del bilancio energetico, ed è supportata da una società di service per la gestione tecnica e amministrativa, ‘Energy intelligence’. Il regolamento è stato approvato il 31 marzo e il portale è stato attivato, quindi da qui in avanti potremo iniziare a valutare le manifestazioni di interesse. La quota di adesione per le persone giuridiche costa 300 euro, per gli enti no profit 100 e per le persone fisiche 50. La quota di inserimento del Pod, cioè il contatore di produzione varia da 50 a 900 euro per kilowatt prodotto in base alla potenza dell’impianto, mentre la quota per ogni Pod di consumo per l’ente e l’impresa profit costa 30 euro, per l’ente no profit 5 e per la persona fisica 15, ma il primo non viene fatto pagare”.

Incentivi e contributi Rigamonti ha chiarito subito l’aspetto degli incentivi del Gse – l’ente statale garante e promotore dello sviluppo sostenibile – e dei contributi.

“Dal Gse viene riconosciuta una tariffa premio per 20 anni sulla quota di energia condivisa tra i membri – ha precisato – c’è poi un contributo pari al 40% degli investimenti in impianti da fonte rinnovabile con potenza massima fino a 5 Gigawatt ma realizzati entro il 2027, più un contributo Pnrr a fondo perduto per gli impianti installati in Comuni sotto i 30mila abitanti pari al 40% della spesa massima ammissibile”.

I vantaggi per consumatori e produttori

Dasti dal canto suo ha elencato i benefici economici per chi aderisce, quelli sociali e quelli ambientali.

“Una famiglia può entrare anche solo come consumatore, senza fare nulla – ha fatto notare – e, per esempio, se dai suoi consumi, pari a circa quattromila Kw/h l’anno, genera una condivisione di 1000Kw/h, dalla Cer riceve 30 euro l’anno. Se invece decide di diventare anche produttore e realizzare un impianto fotovoltaico nuovo da cinque Kw/h, meglio se entrato in esercizio dopo la costituzione della Cer, oltre ad avere un risparmio in bolletta e a vendere la parte eccedente dell’energia immettendola in rete, e riceve un bonifico dalla Cer. Ne autoconsuma infatti il 28% risparmiando 455 euro l’anno in bolletta, ne vende il 72% incassando un introito di 375 euro l’anno e riceve dalla Cer 155 euro l’anno. Ipotizzando un investimento tra gli otto e i novemila euro per l’impianto – di cui il 50% coperti da credito d’imposta se prima casa, 36% su seconda casa – che ha una durata di 25-30 anni e tenendo conto anche della manutenzione, rientra dalla spesa i sei anni e mezzo. In più la famiglia genera sul Fondo di solidarietà un centinaio di euro l’anno”.

Poi è passato alle imprese.

“Se dai suoi consumi, pari per esempio a 500mila Kw/h per una bolletta da circa 100mila euro l’anno, l’impresa ne condivide 100mila Kw/h, ha un beneficio di tremila euro l’anno – ha asserito l’ingegnere – se diventa anche produttrice installando un impianto da 200 Kw/h e ne produce circa 230-250mila l’anno riceverà il contributo a fondo perduto del Pnrr di 90mila euro. Autoconsumando circa il 75% dell’energia prodotta risparmia 36mila euro in bolletta all’anno e vende il restante 25% ricavandone cinquemila euro. Dalla Cer riceve poi poco più di mille euro l’anno. Dall’investimento con il contributo Pnrr rientra in cinque anni, senza in poco meno di otto. Contribuisce al Fondo di solidarietà per 720 euro l’anno”.

Infine il caso dei produttori terzi, non soci.

“Con un impianto da 990 kw produce quasi 1,6 milioni di Kw/h l’anno e spende circa 900mila euro in bolletta – ha concluso – Dalla vendita dell’energia eccedente incassa circa 130mila euro e dalla Cer un bonifico di 40mila. Ipotizzando costi operativi per 35mila euro l’anno, rientra dall’investimento in sette anni e mezzo. Per legge non può ricevere il contributo del Pnrr. Sul fondo sociale genera 30mila euro”.

Benefici sociali e ambientali

“Qui a Caravaggio, oltre ai fondatori, possiamo immaginare che alla Cer aderiscano almeno due produttori terzi, alcuni enti del Terzo settore, 50 famiglie consumatrici e dieci produttrici, una ventina di negozi consumatori e una ventina di imprese consumatrici e produttrici – ha supposto Dasti – in questo caso ogni anno genererebbe 77mila euro di gettito sul Fondo di solidarietà per 20 anni. A livello ambientale si eviterebbe invece l’emissione di duemila tonnellate di CO2 all’anno, equivalenti all’assorbimento della medesima da parte di 200mila alberi con una vita di dieci”.

Adesione

Per aderire bisogna registrarsi sul sito ufficiale, www.cerfonte.it, attendere l’accettazione del CdA e poi iscrivere il Pod di consumo o produzione, caricare i documenti richiesti e versare la quota.



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