L’Italia sarà interessata più degli altri paesi europei dal pacchetto UE di semplificazioni su CSRD, CSDDD e Tassonomia. Le stime di Bankitalia
“Se la proposta Omnibus verrà approvata così com’è, l’85% delle imprese italiane oggi obbligate alla rendicontazione di sostenibilità ne sarà esentato”. La stima sull’impatto delle semplificazioni Omnibus sul Belpaese arriva da Paolo Angelini, Vice Direttore Generale della Banca d’Italia, intervenuto il 2 aprile a Milano nel corso del convegno “La sostenibilità nell’industria finanziaria: vecchi modelli per nuovi scenari?”.
Un dato che, da solo, basta a sottolineare come le modifiche introdotte dalla proposta di regolamento Omnibus della Commissione UE avranno un impatto più rilevante in Italia rispetto ad altri paesi europei. L’esecutivo comunitario stimava che le semplificazioni Omnibus avrebbero toccato circa 8 imprese europee su 10.
Il rischio? Bankitalia mette in guardia da una semplificazione eccessiva che, anziché facilitare le imprese, rischia di creare nuova complessità normativa e una perdita di trasparenza sui rischi ESG.
Bankitalia sulle semplificazioni Omnibus: semplificare sì, ma senza indebolire la sostenibilità
Nel suo intervento, Angelini ha delineato una cornice geopolitica in rapido mutamento, segnata da una crescente frammentazione internazionale e dal rallentamento dell’impegno climatico in alcune giurisdizioni chiave. Nonostante ciò, ha ribadito la necessità per banche centrali, autorità di vigilanza e intermediari finanziari di mantenere l’impegno per una transizione verde credibile, fondata su dati solidi e affidabili.
Bankitalia mette in guardia contro un arretramento eccessivo delle ambizioni regolatorie in tema di sostenibilità. Da un lato, l’esclusione dal reporting di imprese già attive nella rendicontazione ESG può generare risparmi solo marginali, a fronte di una perdita di informazioni rilevanti per investitori e mercato. Dall’altro, c’è il pericolo di effetti distorsivi sulla concorrenza nei paesi, come l’Italia, che hanno già incorporato la CSRD a livello normativo.
“Un provvedimento del genere – avverte Angelini – andrebbe oltre l’obiettivo auspicabile di semplificare il quadro regolamentare, e potrebbe addirittura creare ulteriore complessità”.
Il regolamento Omnibus: cosa cambia per le imprese europee
Il pacchetto di semplificazioni regolatorie, presentato dalla Commissione Europea lo scorso 26 febbraio, mira a ridurre gli oneri amministrativi del 25% per le imprese (e fino al 35% per le PMI), stimando un risparmio complessivo annuo di circa 6 miliardi di euro.
Tra le principali novità:
- Esenzione dall’obbligo di rendicontazione ESG per l’80% delle aziende originariamente incluse nella CSRD, attraverso l’innalzamento a 1.000 dipendenti della soglia dimensionale.
- Introduzione del Voluntary Standard for Micro Enterprises (VSME), uno standard semplificato e facoltativo con soli 15 indicatori chiave, pensato per le PMI non quotate.
- Rinvio delle scadenze per l’entrata in vigore di CSRD e CSDDD al 2028.
- Eliminazione dell’obbligo di “reasonable assurance”, mantenendo solo la verifica di conformità limitata.
- Reporting ESG su misura, con linee guida flessibili al posto di standard rigidi, che garantiscono maggiore autonomia nella scelta degli indicatori da parte delle imprese.
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