Da Polenghi a QC Terme, quali sono e perché aumentano le piccole imprese che vanno in America


di
Alessandra Puato

In quattro anni il portafoglio di partecipazioni di Simest nelle società italiane che aprono negli Usa è aumentato del 53% a 174 milioni e sono soprattutto Pmi. «Crescono le richieste per aprire stabilimenti o fare acquisizioni»

Anche i piccoli vanno in America. In prosecuzione di piani industriali che con l’introduzione dei dazi americani non rallentano, anzi, diverse piccole e medie imprese italiane stanno accelerando sulle acquisizioni e aperture di stabilimenti negli Stati Uniti. Sono aziende come la QC Terme di Andrea Quadrio Curzio; il Gruppo Polenghi di Gianfranco Polenghi, che a Lodi produce succo di limone; la Friem della famiglia Carnelli che a Segrate (Milano) progetta e produce sistemi di conversione di energia per impianti industriali, anche per l’idrogeno verde; l’emiliana Vetagro degli additivi per mangimi di animali: tutte stanno investendo in Nord America.

L’accelerata

Sono la spia di un fenomeno che viene fotografato dall’aumento delle operazioni statunitensi di Simest, la controllata di Cassa depositi e prestiti che accompagna le imprese, soprattutto piccole e medie, nell’internazionalizzazione. Lo fa anche con l’acquisizione di quote di capitale, in genere di minoranza, nelle società estere delle imprese italiane, oltre che con i prestiti agevolati e le garanzie sull’export.
Lo scorso anno Simest ha acquisito quattro partecipazioni italiane negli Stati Uniti per 27 milioni di euro, un investimento pari al 24% di tutte le acquisizioni del 2024. In quattro anni lo stock a valore delle partecipazioni di Simest in aziende italiane con una sede negli Usa è salito del 53%, dalle 27 operazioni per 114 milioni di euro del 2020 alle 38 operazioni per 174 milioni del 2024. Di queste 38 operazioni, il 42% riguarda le piccole imprese, il 32% le medie e il 26% le grandi.




















































Più domande

Gli Stati Uniti sono ormai il primo Paese di destinazione non soltanto delle partecipazioni, ma anche dei finanziamenti agevolati di Simest extra Ue, che negli ultimi tre anni hanno coinvolto qui 406 imprese, al 91% piccole e medie, per un totale di 185 milioni deliberati.«Nel secondo trimestre di quest’anno abbiamo altri cinque o sei progetti di partecipazione in cantiere negli Stati Uniti — dice Vera Veri, responsabile degli Investimenti partecipativi di Simest —. C’è stata un’accelerazione delle richieste negli ultimi sei mesi, proporzionale all’incertezza determinata dalla situazione geopolitica. Sono soprattutto piccole e medie aziende, con ricavi fra i 50 e i 200 milioni, già internazionalizzate, a controllo familiare o partecipate dai fondi. È complicato capire che cosa succederà nei rapporti commerciali con gli Usa, ma molte imprese stanno riprendendo progetti straordinari in America che avevano tenuto in sospeso. Si focalizzano sull’apertura di siti produttivi o o sulla ripresa di negoziazioni di acquisizione, anche a costo di pagare un po’ di più». È chiaro che sono decisioni da pianificare con cura. «Chi ha concluso operazioni straordinarie prima della fine del 2024 risulta avvantaggiato per la sua lungimiranza».

I piani di sviluppo

QC Terme e Polenghi stanno concludendo l’accordo con Simest in questi giorni. Nel primo caso, la società della Cdp guidata dalla ceo Regina Corradini D’Arienzo investe dieci milioni per il 20% di QC Terme Us Corp. Nel secondo, inietta otto milioni per il 19% della controllata americana.
QC Terme sta ampliando il centro benessere aperto nel 2022 a Governors Island, Manhattan, con il restauro di tre edifici storici e «l’obiettivo di esportare il concetto di wellness italiano», dice Simest. Polenghi rileva la Nielsen Citrus Products in California. Anche nelle controllate americane di Vetagro e Friem è entrata Simest: in una, l’anno scorso, con 1,8 milioni per il 30%; nell’altra, a fine 2023, con dieci milioni in due controllate.

Lo shopping di Polenghi 

«L’America è nelle corde del nostro gruppo da più di dieci anni — dice Filippo Scandellari, ceo del Gruppo Polenghi, circa 100 milioni di ricavi stimati nel 2024 dai circa 60 di cinque anni fa —. È il mercato più importante per il succo di limone confezionato e il made in Italy ha una capacità d’attrazione particolare. Avevamo una fabbrica in Florida, poi chiusa per scelta logistica. Adesso rileviamo la Nielsen Citrus che ha una base produttiva a sud di Los Angeles, vicino alle coltivazioni di limoni. Il nostro obiettivo è alzare la qualità del prodotto e avere la produzione vicino al mercato è importante. Simest ci dà il vantaggio di un supporto istituzionale».

L’investimento di Friem

«Abbiamo deciso di investire in America perché è un mercato ricettivo e che tutela la produzione locale — dice Fabrizio Carnelli, cfo di Friem che fa capo per l’80% alla sua famiglia e per il 20% al Fondo italiano d’investimento, con ricavi dichiarati per 60 milioni e stima di 70 milioni nel 2025 —. L’Europa ha già perso il treno del fotovoltaico e dell’auto elettrica, sta succedendo lo stesso con l’idrogeno verde. In America abbiamo già una sede commerciale e uno stabilimento, vogliamo aprirne un altro. Cerchiamo un’acquisizione».

Nuova app L’Economia. News, approfondimenti e l’assistente virtuale al tuo servizio.


15 aprile 2025 ( modifica il 15 aprile 2025 | 09:35)



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link