Rinnovabili, Montalto chiede di essere cancellata dalle aree idonee e sconti in bolletta


La sentenza del Tar del Lazio che ha annullato la delibera regionale del 2023 sulle linee guida per le energie rinnovabili, ha riacceso il dibattito sul futuro dei territori che ospitano grandi impianti Fer (Fonti energetiche einnovabili). Montalto di Castro è al centro di questo confronto.

Socciarelli: “Montalto sia esclusa dalle aree idonee”

Per la sindaca Emanuela Socciarelli si tratta di una conferma importante: “La sentenza del Tar conferma quanto da sempre abbiamo sostenuto, con coraggio e chiarezza senza mai illudere i cittadini, sull’esistenza di soluzioni semplici o immediatamente efficaci per fermare questa espansione. È evidente come Montalto di Castro abbia raggiunto un livello di saturazione territoriale significativo, con oltre 40 grandi impianti già presenti. Nessun altro comune della Tuscia e del Lazio si trova in questa situazione. Riteniamo dunque che il nostro territorio venga escluso dalle aree idonee per nuovi impianti Fer”.

Socciarelli rivendica: “Abbiamo più volte ribadito che una moratoria generalizzata non era giuridicamente percorribile, in quanto incostituzionale”. Il Comune, spiega la sindaca, continuerà “a portare avanti questa battaglia nelle commissioni e in tutte le sedi competenti con osservazioni puntuali, facendo valere i principi della saturazione territoriale e del burden sharing, ovvero il criterio di proporzionalità e sussidiarietà tra province, con l’obiettivo di consentire lo sviluppo delle Fer esclusivamente fino a un massimo del 50% del totale autorizzato espresso in MWp dell’intera Regione. Applicando questi criteri, dimostreremo che il nostro territorio ha già ampiamente contribuito alla transizione ecologica per quanto riguarda gli obiettivi 2030 del Pniec”.

La proposta: “Bolletta zero, chi ospita gli impianti merita un ritorno concreto”

Parallelamente, il comitato “No Fer selvaggio” di Montalto e Pescia Romana ha scritto al ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin per proporre una misura compensativa rivoluzionaria: la Bolletta zero. L’iniziativa, accompagnata da una petizione online, punta a riconoscere concretamente l’impegno delle comunità che da anni accolgono impianti fotovoltaici ed eolici su larga scala: “L’energia prodotta da questi impianti se ne va altrove, mentre le comunità restano con i vincoli paesaggistici, i disagi infrastrutturali e nessuna ricaduta positiva. Non si può chiedere a un territorio di dare tutto senza ricevere nulla. Non è sostenibile, non è giusto, non è più accettabile”.

Il comitato propone sconti in bolletta per i residenti nei comuni con oltre il 20% del territorio agricolo/naturale occupato da impianti, un fondo compensativo alimentato da un prelievo sugli extraprofitti delle aziende energetiche e l’obbligo di reinvestire parte degli utili nel territorio, con opere pubbliche e incentivi per l’autoconsumo. “Chiediamo – conclude il comitato – un tavolo tecnico urgente con il ministero, Anci e le aziende per ridisegnare un modello di equità”.

Gis: “Moratorie arbitrarie sono illegittime”

Di segno opposto è il commento dell’associazione “Gis – Gruppo impianti solari”, che accoglie con favore la sentenza ma ne dà una lettura molto diversa: “Le linee guida del Lazio si risolvevano in una sorta di moratoria sine die, espressamente vietata dalla legge nazionale. Come spiega il Tar, si traducono nel divieto aprioristico di instaurare una specifica interlocuzione procedimentale, donde l’inevitabile illegittimità per violazione dei principi inderogabili che governano la materia”. Tradotto: impedivano il confronto caso per caso, violando principi fondamentali del diritto ambientale. “Lo stop – continua Gis – riguardava essenzialmente la provincia di Viterbo che, insieme a quella di Latina e parzialmente a quella di Roma, è tra le uniche “appetibili” per la realizzazione di impianti per ragioni di rete elettrica, di morfologia del terreno e di irraggiamento”.

Secondo il presidente Raffaello Giacchetti, “la Regione ha zittito i propri tecnici e si è abbandonata a decisioni tutte politiche, dal sapore di perenne campagna elettorale”. L’associazione aggiunge: “Noi di Gis proponiamo da tempo di dedicare il 3% di ogni comune al fotovoltaico e lo 0,3% all’eolico fuori da ogni vincolo. Garantirebbe, tra le altre cose, una maggiore equità nella distribuzione dei carichi tra enti locali nonché un abbassamento dei costi energetici per tutta la popolazione che, a queste condizioni, potrebbe forse più facilmente accettare gli impianti non vedendoli più tutti concentrati in poche aree. Le autorità non l’hanno ancora accolta, ma noi la stiamo già mettendo in pratica. Dal 2019 non scegliamo più come località per i nostri impianti Montalto di Castro e Tuscania dove la percentuale del 3% è stata già abbondantemente superata”.

Gis si augura che la Regione non presenti appello al consiglio di stato: “Si rassegni a prendere atto della sentenza del Tar, a maggior ragione perché è conforme a numerose pronunce della corte costituzionale, e interpreteremo un eventuale appello come un atto ostile, preconcetto e scriteriato”.



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