- Dal 15 aprile 2025 è attivo il bando per i giovani ricercatori all’estero che operano in università o centri di ricerca fuori dall’Italia e che desiderano tornare o entrare per la prima volta nel paese.
- Con una dotazione di 50 milioni di euro, il MUR mette a disposizione dei ricercatori esteri un contributo massimo di un milione di euro per ciascun progetto di durata non superiore ai 36 mesi.
- Il bando si rivolge esclusivamente ai vincitori dell’ERC Starting Grants o dell’ERC Consolidator Grants, i programmi finanziati dall’European Research Council.
Fare ricerca in Italia diventa più attrattivo e conveniente, sia per gli italiani che hanno lasciato il bel paese sia per i cittadini stranieri che intendono investire in Italia.
Grazie al nuovo bando del MUR i giovani ricercatori di università o enti di ricerca che operano all’estero potrebbero decidere di tornare o di entrare in Italia per beneficiare dei contributi statali. Il ministero ha previsto una dotazione di 50 milioni di euro per il sostegno alla ricerca e per rendere più attrattivo il sistema accademico italiano.
L’iniziativa rientra nel piano del ministero dell’Università e della Ricerca per arginare la fuga di cervelli che ha fatto perdere all’Italia migliaia di giovani negli ultimi dieci anni. Sono infatti circa 132 mila i cervelli in fuga dall’Italia registrati nell’ultimo decennio (dal 2013 al 2022) secondo i dati presentati dall’ISTAT1. Di questi solo 45 mila sono poi tornati in Italia: ciò significa che la perdita netta è stata di circa 87 mila ricercatori qualificati.
Bando per giovani ricercatori all’estero: come funziona
Il ministero dell’Università e della Ricerca ha pubblicato le modalità di accesso al nuovo bando per ricercatori che operano all’estero e che desiderano tornare in Italia per proseguire la propria attività. L’avviso pubblico2 è stato presentato dal MUR a inizio aprile, mentre per la presentazione di proposte progettuali è stata aperta una finestra apposita attiva da martedì 15 aprile 2025.
Il bando si rivolge, in particolare, ai giovani ricercatori di qualsiasi età o nazionalità, che risultino vincitori dei bandi ERC Starting Grants o ERC Consolidator Grants e che attualmente operino fuori dall’Italia con il desiderio di ritornare nel nostro paese.
La dotazione finanziaria è di 50 milioni di euro, ma una quota pari al 40% dello stanziamento complessivo sarà destinata ai progetti di ricerca nelle regioni del Mezzogiorno. Il bando è finanziato dai fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).
Questi contributi vanno ad aggiungersi ai 5 milioni recentemente destinati a progetti di cooperazione internazionale e agli oltre 20 milioni per il supporto alla ricerca nelle università e nei centri di ricerca sulla base del decreto FIRST firmato dal ministero.
Bando ricercatori all’estero: requisiti e modalità di accesso
Con la pubblicazione del decreto direttoriale n. 72 del 7 aprile 20253 sono stati fissati i criteri, i requisiti e le modalità di partecipazione al bando per i ricercatori esteri. Come specificato nell’avviso pubblico, i contributi si rivolgono solo a queste categorie di ricercatori universitari o enti di ricerca esteri:
- giovani ricercatori che risultino vincitori di un bando ERC Starting Grant o del bando ERC Consolidator Grant nell’ambito dei programmi quadro Horizon 2020 e Horizon Europe;
- coloro che abbiano già concluso il proprio progetto in una Host Institution estera (università o centro di ricerca).
Per i ricercatori vincitori del bando ERC Starting Grants è richiesta un’esperienza post-dottorato, un’anzianità minima di due anni e massima di sette anni. I vincitori del Consolidator Grant, invece, devono possedere un’esperienza post-dottorato compresa tra i sette e i dodici anni, oltre ad aver dimostrato indipendenza e maturità scientifica.
Per partecipare a questi programmi non è necessario essere cittadini europei, ma è essenziale svolgere i progetti di ricerca in uno degli stati membri dell’Unione europea o nei paesi associati. Ciò significa che i ricercatori provenienti dagli Stati Uniti o da altre nazioni extra Ue possono presentare progetti purché si svolgano nel Vecchio Continente.
Ricercatori americani in fuga verso l’Italia
In questo contesto, mentre i ricercatori degli Stati Uniti subiscono i tagli imposti dall’amministrazione di Donald Trump, molti paesi europei (tra i quali anche l’Italia) tentano di attrarre nuovi talenti per la ricerca e rimediare alla fuga di cervelli del paese.
Il bando del MUR punta proprio ad attirare l’attenzione dei ricercatori esteri provenienti da qualsiasi parte del mondo, offrendo loro infrastrutture, incentivi e un ambiente di ricerca competitivo dove poter realizzare i loro progetti.
Dall’inizio della sua amministrazione, infatti, il presidente americano ha adottato una linea rigida sulla ricerca tagliando i finanziamenti federali a diverse università. L’Italia che per anni ha subito una forte perdita di giovani talenti punta ora ad accogliere i ricercatori in fuga anche dagli Stati Uniti.
Contributi disponibili e progetti finanziabili
I contributi a disposizione per ciascun progetto di ricerca possono arrivare fino a un milione di euro e la durata massima dei progetti presentati non può superare i 36 mesi.
Le proposte progettuali possono riguardare uno degli ambiti scientifico-disciplinari ERC previsti dall’allegato 9 del decreto direttoriale. Le aree di ricerca si dividono in tre grandi categorie:
- scienze sociali e umanistiche (SH);
- matematica, scienze fisiche, informatica e comunicazione, ingegneria, scienze dell’universo e della terra (PE);
- scienze della vita (LS).
I progetti possono essere presentati in lingua inglese tramite l’apposita piattaforma GEA4 (gestione iniziative e progetti di ricerca) fino al completo esaurimento delle risorse messe a disposizione, o comunque entro la scadenza del 4 giugno 2025.
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