Prenderà ufficialmente il via domani, martedì 29 aprile, il Congresso del Partito Popolare Europeo (Ppe), uno degli appuntamenti politici più importanti per il centro-destra europeo, co-organizzato con il Partido Popular spagnolo.
All’ordine del giorno del Congresso ci sarà innanzitutto il rinnovo della presidenza. Il tedesco Manfred Weber, alla guida del Ppe dal 2022, è certo della riconferma: essendo l’unico candidato al momento. Dovranno poi essere eletti dieci vice-presidenti, un nuovo segretario generale e un tesoriere.
La plenaria di martedì pomeriggio, oltre agli interventi finali delle presidenti Roberta Metsola e Ursula von der Leyen, sarà dedicata alla presentazione dei risultati della presidenza uscente, con un intervento del vice-premier Antonio Tajani sul tema delle migrazioni.
La risoluzione per la Competitività
Il titolare della Farnesina, che è anche il vicepresidente decano del Ppe, presenterà poi la risoluzione della Presidenza del Partito Popolare Europeo sulla competitività e l’industria, che ha già incassato il sostegno unanime degli altri membri del partito.
Attraverso il progetto, ha spiegato il vicepremier in un punto stampa a Valencia, il Ppe «si impegna a realizzare per i nostri cittadini un patto per la competitività dell’Europa e a imprimere un nuovo impulso all’occupazione e alla crescita». Patto che si articola su sette pilastri fondamentali. Al centro c’è la definizione di una politica industriale forte, capace di rilanciare la produzione manifatturiera puntando sia sull’innovazione sia sulla forza delle tradizioni europee.
«L’industria è e resterà il fulcro della nostra crescita», ha detto Tajani. In parallelo, il Ppe propone di proteggere e promuovere le esportazioni, con particolare attenzione ai rapporti con gli Stati Uniti, definiti «la nostra prima priorità commerciale», ma anche mantenendo relazioni aperte con altri partner che rispettino le regole internazionali.
Sburocratizzazione ed energia meno cara
Un altro aspetto cruciale della risoluzione riguarda la semplificazione normativa. Tajani ha parlato di un vero e proprio «shock di semplificazione» per ridurre drasticamente gli oneri amministrativi sulle imprese europee. «Per ogni nuova regolamentazione onerosa introdotta, dovremo cancellarne due obsolete», ha spiegato, sottolineando l’importanza di creare un ambiente favorevole agli investimenti e all’innovazione, soprattutto per le pmi.
Non meno importante è il tema dell’energia. Il documento presentato punta a ridurre i costi dell’energia pulita per famiglie e imprese, promuovendo un approccio tecnologicamente neutrale che comprenda rinnovabili, nucleare e idrogeno. «Non possiamo accettare che le nostre imprese paghino l’energia elettrica tre volte più cara rispetto ai concorrenti americani» ha ammonito Tajani.
L’elezione diretta del presidente della Commissione
Il ministro degli esteri Tajani ha intenzione di sfruttare il Congresso anche per sondare le reazioni della «grande famiglia politica» alle sue proposte di riforma. Proposte che, il vicepresidente decano del Ppe, ha già anticipato parlando con due quotidiani italiani: Il Giornale e il Messaggero.
In entrambe ha descritto il futuro del partito – che conta oltre 80 partiti membri, 14 commissari europei e 118 membri del Parlamento europeo – e il suo obiettivo prioritario: «Dare stabilità al continente». Ma come? La risposta è nelle parole riportate dal quotidiano fondato da Indro Montanelli: «Come si cambia questa Ue? Con l’elezione diretta del presidente della Commissione, che deve esserlo anche del Consiglio europeo, con più poteri al parlamento, a cominciare finalmente da quello di iniziativa legislativa».
L’incontro con gli imprenditori
La due giorni, ospitata a Valencia, è preceduta anche da appuntamenti (formali e informali) tra politici e imprenditori. Non a caso il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, si è recato nella città spagnola già nella serata di domenica 27 aprile.
Il leader di Forza Italia ha incontrato gli imprenditori italiani a Valencia per parlare di dazi, export e cifre. «È un momento complicato e non solo per le due guerre che abbiamo ai confini dell’Europa», ha detto il ministro durante l’incontro secondo quanto riporta Askanews.
«Si intravede una guerra dei dazi che speriamo possa essere scongiurata, ora la situazione è più calma ma non dobbiamo sottovalutare i rischi. Ecco perché il governo ha avviato un piano d’azione per favorire l’export, con l’obiettivo di 700 miliardi per la fine della legislatura». (riproduzione riservata)
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