“Le Marche tornano a crescere”


FANO (Pesaro-Urbino)“Affrontare il tema degli scenari economici delle Marche oggi è particolarmente importante per chi, come noi, in questi quattro anni e mezzo ha cercato di dare un contributo concreto allo sviluppo della regione”. Così il presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli, all’incontro pubblico “Marche e scenari economici: da regione in transizione a regione benchmark”, promosso dal Centro Studi Economia e Territorio, presieduto da Mario Pelonghini. Ad aprire i lavori è stato il professor Giorgio Calcagnini, rettore dell’Università di Urbino, che ha tracciato il quadro economico regionale. Con una metafora – “la politica non può prendere decisioni senza comprendere l’economia: sarebbe come guidare un’auto senza guardare la strada” – l’onorevole Mirco Carloni, presidente della 13esima commissione agricotura della Camera, ha commentato quei dati: dal 2010 al 2024 si contano 137.519 nuove imprese e 145.742 cancellazioni, più circa 23mila cancellazioni d’ufficio tra 2019 e 2024. Lo ha fatto ricordando come il 2020 sia stato un “anno horribilis” per l’economia marchigiana, colpita dalla pandemia e dal crollo di Banca Marche. “Dal 2016 al 2020 sono venuti a mancare circa 17 miliardi di liquidità”. Da qui la reazione con dodici leggi regionali a sostegno di innovazione, imprese, agricoltura e turismo.

A tirare le fila è stato il presidente Acquaroli, sottolineando come sia fondamentale leggere i numeri con attenzione: “Non basta vedere il saldo delle imprese attive, bisogna capire le cause”. Acquaroli ha ricordato la crisi del comparto elettrodomestici e il sisma del 2016 come fattori determinanti. “Pensate a cosa significa per un piccolo imprenditore perdere tutto e dover delocalizzare dalla montagna alla costa”. Ha poi mostrato pratiche di imprese fondate negli anni settanta, chiuse soltanto formalmente nel 2022 “grazie a norme applicate subito dalla Camera di commercio delle Marche”. Contro la retorica del declino, Acquaroli ha portato i dati Istat: “Nel 2012, le imprese attive erano circa 130mila, nel 2019 scese a 122mila, oggi sono risalite a 129.908”. Guardando al Pil, ha evidenziato che “tra il 2015 e il 2019 la crescita fu del 3,49%, dopo il 2019 dell’1,64%, mentre Toscana e Umbria sono arretrate”. Determinante l’impegno sui fondi europei. “Siamo la prima regione italiana per pagamenti Fse e impegni Fesr, liberando oltre 130 milioni di euro”. Infine il tema infrastrutture. “Abbiamo destinato circa 300 milioni del Fondo sviluppo e coesione a opere strategiche. Senza alta velocità, senza un porto competitivo, senza digitalizzazione rischiamo l’isolamento”. Guardando avanti, Acquaroli ha concluso: “Le criticità restano, ma oggi le Marche sono tornate a crescere e a candidarsi come regione benchmark per l’Italia”.



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