Non è un’iniziativa celebrativa. È un appello. È un dito puntato sul presente, per svegliare il futuro. In occasione del 1° Maggio – Festa del Lavoro, la Regione, attraverso l’assessorato al lavoro, e l’Acli, accendono i riflettori sullo sfruttamento lavorativo che «cancella la dignità della persona».
All’interno della nuova edizione 2025 della campagna di comunicazione “Nessuno è straniero all’umanità”, vengono messi al centro due parole chiave: lavoro e umanità. Queste vengono affidate alle nuove generazioni, protagoniste di un video-inchiesta in cui studenti delle scuole superiori sarde rispondono senza filtri su cosa pensano del lavoro, della sua mancanza, del ruolo degli immigrati nel mercato odierno. Le loro parole vengono poi affiancate da dati ufficiali, per generare uno scontro diretto tra percezione e realtà.
I dati, del resto, parlano chiaro: il 49,3% delle assunzioni previste in Sardegna è di difficile reperimento. Non ci sono candidati (31,3%), o quelli disponibili sono considerati inadeguati (14,4%).
Eppure, i lavoratori stranieri – potenziale risorsa per l’Isola in settori chiave come agricoltura, industria, servizi, assistenza – continuano a essere guardati con sospetto, vittime di una narrazione fatta di stereotipi e ostilità, quando non di vero e proprio sfruttamento.
Il video, realizzato nelle scuole con domande strutturate e risposte a tempo, verrà diffuso sui canali ufficiali della Regione, delle Acli Sardegna e del Crei-Acli, con l’obiettivo di trasformare il 1° Maggio in un momento di reale coscienza collettiva.
Il messaggio della campagna non è solo umanitario: è sociale, politico ed economico: «Senza inclusione, non c’è futuro. Senza rispetto, non c’è lavoro», ribadiscono a gran voce gli organizzatori.
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