Il futuro di Stellantis in Italia è stato al centro dell’audizione parlamentare che ha visto protagonista il presidente John Elkann, intervenuto oggi davanti alla IX Commissione Senato e alla X Commissione Camera. Un confronto chiave per il settore automobilistico, che affronta una fase di profonda trasformazione tra transizione ecologica, competitività internazionale e rilancio degli stabilimenti italiani.
Il senatore Luca De Carlo, presidente della IX Commissione Senato, ha espresso una posizione di fiducia con riserva, sottolineando la necessità che i piani industriali di Stellantis si traducano in risultati concreti. «Abbiamo un’apertura di fiducia, ma restiamo in vigile attesa affinché i progetti presentati oggi diventino realtà e non restino solo sulla carta», ha dichiarato De Carlo.
Secondo il senatore, l’attuale crisi dell’automotive è il frutto di scelte europee sbagliate, che hanno confuso la transizione ecologica con un’impostazione ideologica, trascurando l’impatto economico e sociale. L’Italia si è distinta come uno dei primi Paesi a muoversi per cambiare questa rotta, con iniziative come il non paper del Ministro Urso contro le multe europee sulle emissioni e l’anticipazione della revisione del regolamento sulla CO2.
Elkann: «Stellantis ha investito in Italia 53 miliardi di euro, ma servono regole chiare»
Nel suo intervento, John Elkann ha ribadito il ruolo chiave dell’Italia all’interno di Stellantis. «Ci siamo preparati all’audizione di oggi con grande attenzione, perché per noi l’Italia ricopre un ruolo centrale. Di questa nostra lunga storia, la storia della Fiat che ora è diventata Stellantis, io sono molto orgoglioso», ha dichiarato Elkann, ricordando come meno dell’1% delle aziende fondate all’inizio del Novecento siano ancora in attività.
Il presidente di Stellantis ha sottolineato gli investimenti realizzati in Italia, con 53 miliardi di euro spesi in ricerca e sviluppo e infrastrutture, a fronte di contributi pubblici pari a 1 miliardo di euro. «Il rapporto tra quanto Stellantis ha dato e ricevuto è di 50 a 1. Negli ultimi vent’anni, la nostra azienda ha versato 14 miliardi di imposte dirette e 32,2 miliardi se consideriamo anche il gettito derivante dall’IVA e dalle imposte dei dipendenti», ha spiegato Elkann.
Il ruolo della filiera italiana e le prospettive per il futuro
Dal 2021 a oggi, Stellantis ha acquistato componenti e servizi dalla filiera italiana per un valore di 24 miliardi di euro, che diventeranno 30 miliardi entro il 2025. «Queste risorse dimostrano il nostro legame con la filiera italiana dell’auto, rappresentata dall’Anfia, un’eccellenza che ci ha accompagnato nel mondo», ha sottolineato Elkann.
Gli stabilimenti italiani di Stellantis saranno dotati di tutte le piattaforme multi-energia del gruppo: Stla Small, Medium e Large, con le ultime due già operative a Melfi e Cassino, mentre ad Atessa è installata una piattaforma dedicata ai veicoli commerciali leggeri. «Questi investimenti garantiranno la massima flessibilità produttiva», ha spiegato Elkann.
Il presidente di Stellantis ha anche affrontato il tema della competitività europea rispetto alla Cina e agli Stati Uniti. «I produttori automobilistici europei affrontano uno svantaggio strutturale del 40% sui costi di produzione rispetto ai concorrenti cinesi. In particolare, il costo dell’energia nei principali paesi produttori di auto in Europa è cinque volte superiore a quello cinese», ha evidenziato Elkann, chiedendo misure per abbassare i prezzi dell’energia e renderli prevedibili nel tempo.
Le sfide della transizione elettrica e il ruolo delle infrastrutture
L’elettrificazione è un tema cruciale per il futuro del settore. Elkann ha sottolineato che «il mercato globale delle auto ha visto nel 2024 circa 80 milioni di unità vendute, con la Cina al primo posto con 30 milioni di veicoli. Rispetto a vent’anni fa, in Cina le vendite sono cresciute del 400%, mentre in Europa sono calate del 12% e in Italia del 30%».
Uno dei problemi principali per lo sviluppo dell’auto elettrica in Italia e in Europa è la carenza di infrastrutture di ricarica. «Il 60% delle colonnine europee si trova in Germania, Francia e Olanda, mentre in Italia ne abbiamo meno di un terzo rispetto alla sola Olanda», ha sottolineato Elkann, chiedendo un intervento delle istituzioni europee per incentivare la diffusione delle colonnine di ricarica e rendere l’acquisto di auto elettriche più conveniente.
Il senatore De Carlo, pur accogliendo con favore le rassicurazioni di Elkann sugli investimenti, ha ribadito la necessità di passare dalle parole ai fatti. «Stellantis oggi e Fiat ieri sono parte della storia economica e sociale della nostra Nazione. L’Italia ha sempre creduto nella strategicità di questa azienda, a prescindere dal governo in carica. Diamo quindi fiducia, ma continueremo a monitorare affinché i progetti e le proposte presentate vengano realmente attuati».
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