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Polizze anti-catastrofi, Fratelli d’Italia vuole posticipare l’obbligo per le imprese




Trattative a Riad per cessate il fuoco in Ucraina


Grandi ritorni tra gli oltre 320 emendamenti al dl Bollette, all’esame della commissione attività produttive della Camera in vista dell’approdo in Aula atteso da lunedì 7 aprile. Innanzitutto si concretizza un nuovo tentativo di rimandare l’entrata in vigore dell’obbligo a carico delle imprese di stipulare polizze catastrofali dal 31 marzo al 31 ottobre 2025.

Un emendamento del deputato Riccardo Zucconi di Fratelli d’Italia  chiede il posticipo del termine entro cui sarà obbligatorio per le attività produttive sottoscrivere una polizza assicurativa contro le calamità come alluvioni, frane e terremoti, al fine di «consentire il superamento dell’emergenza energetica senza ulteriori oneri per le imprese». Sul tema è in programma un tavolo tecnico al ministero delle Imprese e del Made in Italy mercoledì 26 marzo.

Correttivo sulle auto aziendali

Allargando lo sguardo a tutti i 40 emendamenti al provvedimento siglati da FdI, torna anche la clausola di salvaguardia per dipendenti e imprese che hanno prenotato un veicolo aziendale da concedere in uso promiscuo prima del 31 dicembre 2024. Senza l’emendamento firmato dal presidente della commissione Finanze della Camera, Marco Osnato (FdI), verrebbe penalizzato chi ha prenotato un veicolo a motore termico o ibrido prima dell’entrata in vigore dal 1° gennaio della stangata sui costi dei chilometri e sul calcolo del fringe benefit, vedendosi assegnare il veicolo nel 2025.

Il correttivo prevede espressamente che per i veicoli concessi in uso promiscuo dal 1 luglio 2020 al 31 dicembre 2024, nonché per i veicoli ordinati dai datori di lavoro entro il 31 dicembre 2024 e concessi in uso promiscuo dal 1  gennaio 2025 al 30 giugno 2025, resti ferma l’applicazione delle regole fiscali in vigore fino al 31 dicembre 2024 e dunque senza le nuove maggiorazioni dei costi chilometri previsti per i veicoli a benzina, gasolio e ibridi.

Sblocco per il bonus elettrodomestici

L’emendamento depositato in commissione da Silvio Giovine (Fratelli d’Italia) mira invece a sradicare il problema che ha rallentato l’iter del bonus elettrodomestici previsto dalla legge di bilancio (il decreto attuativo era atteso entro fine febbraio): viene cancellato il riferimento alla nuova classe energetica B come soglia minima di efficienza per i beni incentivabili, che rischiava di essere penalizzante per il Made in Italy, in quanto in questa categoria i prodotti realizzati in Italia sono inesistenti o quasi.

La definizione della categoria di elettrodomestici acquistabili è delegata al decreto interministeriale di attuazione Mimit-Mef che tra l’altro sarebbe già a buon punto, pronto ad essere emanato una volta che il Parlamento avrà approvato il Dl bollette.

Proroga delle tutele graduali

Molte anche le richieste bipartisan, a partire da quella di prorogare di sei mesi il periodo in cui i clienti vulnerabili possono chiedere per le bollette della luce l’accesso al servizio a tutele graduali previsto dalla legge sulla concorrenza. L’emendamento presentato da  Pd, IV, FI e gruppo Misto punta ad estendere il regime fino al 31 dicembre 2025.

Fra le altre proposte presentate da maggioranza ed opposizione figurano anche quelle che puntano ad estendere alle imprese più piccole la riduzione del costo dell’energia e la soppressione o riduzione del tetto di 16,5 kw per l’azzeramento, per un semestre, degli oneri di sistema relativi a sostegno alle energie da fonti rinnovabili e cogenerazione a favore dei clienti non domestici in bassa tensione. (riproduzione riservata)



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