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Autoproduzione di energia nelle PMI: bando e requisiti


  • Dal 4 aprile 2025 le PMI potranno presentare domanda di accesso alle agevolazioni per i programmi di investimento destinati all’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili.
  • La misura permette alle piccole e medie imprese di ottenere delle agevolazioni per gli investimenti in sistemi di produzione di energia elettrica quali impianti solari fotovoltaici o mini eolici, per l’autoconsumo immediato e per sistemi di accumulo o stoccaggio dell’energia.
  • I contributi vengono erogati in base ai programmi di investimento, a fronte di una spesa minima non inferiore a 30.000 euro e massima di un milione di euro.

Il Mimit sostiene le piccole e medie imprese con nuovi incentivi destinati alla realizzazione di sistemi di autoproduzione dell’energia elettrica tramite fonti rinnovabili.

I progetti delle PMI dovranno riguardare l’installazione di impianti solari fotovoltaici o di impianti mini eolici per l’autoconsumo immediato o, eventualmente, differito tramite l’installazione di sistemi di stoccaggio.

La misura rientra nell’Investimento 16 “Sostegno per l’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili nelle PMI”, previsto nell’ambito della Missione 7 del REPowerEU del PNRR. L’obiettivo è quello di ridurre il consumo di altri combustibili fossili prediligendo le fonti rinnovabili e spingendo le imprese a investire in questo settore.

Sostegno autoproduzione di energia nelle PMI: il bando

Il ministero delle Imprese e del Made in Italy ha pubblicato tutte le informazioni utili sul nuovo sostegno per l’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili nelle PMI, come previsto dal decreto direttoriale del 14 marzo 20251.

La misura si rivolge alle piccole e medie imprese che operano sul territorio italiano e che hanno deciso di investire in progetti di autoproduzione di energia elettrica derivante da impianti solari fotovoltaici o mini eolici, per l’autoconsumo e per sistemi di accumulo e stoccaggio dell’energia, per autoconsumo differito.

A partire dal 4 aprile 2025 le imprese possono ottenere dei contributi, sotto forma di conto impianti, per gli investimenti effettuati nell’autoproduzione di energia elettrica da fonti rinnovabili. L’obiettivo è incentivare le imprese a utilizzare queste risorse, contribuendo alla riduzione della dipendenza da combustibili fossili.

I fondi a disposizione ammontano a 320 milioni di euro, ma il 40% delle risorse è riservato alle regioni specifiche di Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia e il 40% alle micro e piccole imprese.

Autoproduzione energia nelle PMI: a chi spetta il contributo

autoproduzione energia imprese

Possono accedere ai contributi per l’autoproduzione di energia tutte le piccole e medie imprese che operano sul territorio italiano, eccetto le imprese nel settore carbonifero e della produzione primaria di prodotti agricoli e della pesca e dell’acquacoltura.

Sono escluse anche le imprese considerate ad alta intensità energetica, ovvero quelle inserite nell’elenco della Cassa per i servizi energetici e ambientali (Csea) relativo alle imprese a forte consumo di energia; oltre alle imprese ad alte emissioni di CO2, ovvero quelle che consumano parametri superiori a quelli fissati in ambito comunitario.

Non sono ammissibili nemmeno le domande presentate da imprese che non rispettano il principio DNSH, come previsto dall’articolo 17 del regolamento (UE) n. 852/2020 del Parlamento europeo e del Consiglio del 18 giugno 20202.

Contributi per l’autoproduzione di energia: le spese ammesse

Le risorse a disposizione per l’erogazione dei contributi vengono assegnate alle imprese sulla base di graduatorie stilate a partire dalla tipologia di investimenti effettuati.

Sono finanziabili gli investimenti in sistemi di autoproduzione di energia elettrica da fonti rinnovabili destinati esclusivamente all’autoconsumo, quali alternativamente impianti fotovoltaici e mini eolici. Si possono includere anche i progetti con sistemi di accumulo dell’energia prodotta.

Tra le spese ammesse, per ciascuna unità prodotta, ci sono poi:

  • quelle per l’acquisto, l’installazione e la messa in esercizio degli impianti;
  • costi per le apparecchiature e tecnologie digitali strettamente funzionali all’operatività degli impianti;
  • spese per i sistemi di stoccaggio dell’energia prodotta;
  • costo per la diagnosi energetica.

I contributi e le agevolazioni

L’ammontare delle spese ammesse non deve essere inferiore a 30.000 euro né superiore a un milione di euro, mentre i contributi sono erogabili in queste misure:

  • 30% per le medie imprese;
  • 40% per le micro e piccole imprese;
  • 30% per la componente aggiuntiva di stoccaggio di energia elettrica dell’investimento;
  • 50% per la diagnosi energetica necessaria alla pianificazione degli interventi previsti.

I programmi di investimento devono essere presentati entro un massimo di 18 mesi dalla concessione dei contributi. Per essere considerati ammissibili, inoltre, devono essere realizzati esclusivamente su edifici già esistenti, destinati all’autoconsumo e realizzati solo successivamente alla presentazione della domanda.

Come fare domanda con Invitalia

Le domande di accesso alle agevolazioni per le PMI dovranno essere presentate all’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo di impresa S.p.A., Invitalia, soggetto gestore della misura. La documentazione utile per la richiesta è già disponibile sul portale dedicato3.

Le imprese possono presentare la domanda a partire dalle ore 12:00 del 4 aprile 2025 e fino alle ore 12:00 del 5 maggio 2025, esclusivamente in via telematica.

I contributi, nel limite del plafond di risorse, verranno erogati alle imprese sulla base di specifiche graduatorie che terranno conto della qualità del progetto e della coerenza con gli obiettivi di transizione ecologica. Tra i criteri che contribuiranno alla definizione dei punteggi ci sono la pertinenza, l’impatto ambientale e l’efficienza dell’investimento.

Le graduatorie finali e l’elenco dei beneficiari verranno poi pubblicate entro i 60 giorni successivi alla chiusura del portale, sui siti del ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit).



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