Speciale dazi, il focus di Conflavoro


L’onda lunga degli scossoni al quadro internazionale dati dall’imposizione dei dazi commerciali da parte degli Stati Uniti si infrange oggi, mercoledì 9 aprile, con l’entrata in vigore delle nuove tariffe diversificate in circa 60 Paesi, quindi 60 economie, i cui livelli variano dall’11% al 50%.

Oltre all’ormai nota imposizione del 20% sulle importazioni di beni provenienti dall’Unione Europea, sulle cui ipotesi di reazione ormai si discute da giorni, risalta la rappresaglia diretta contro Pechino, con gli USA che innalzeranno l’aliquota sui prodotti cinesi al tetto sorprendente 104%. Come prevedibile le reazioni della finanza internazionale sono state drammatiche già a partire dall’annuncio del 2 aprile del Presidente Trump, dopo il quale le principali borse mondiali sono andate in rosso. 

Dazi, inizia l’escalation con la risposta di Ue e Cina

Oggi è però anche la giornata dell’escalation in risposta all’intervento americano. La Cina infatti reagisce ai super dazi di Donald Trump e sferra un altro colpo nella guerra commerciale, imponendo nuove tariffe supplementari dell’84% sui prodotti provenienti dagli Stati Uniti che entreranno in vigore da domani. La risposta più clamorosa arriva però dall’Unione Europea

Proprio nel pomeriggio di oggi gli Stati membri dell’Ue, con la sola eccezione dell’Ungheria che si è opposta, hanno approvato formalmente in Consiglio Europeo la proposta di introdurre contromisure commerciali contro gli Stati Uniti. La prima tranche di tariffe entrerà in vigore il 15 aprile e in tutto verranno colpiti beni per 21 miliardi, in quattro scaglioni, ad esclusione del whisky nell’ottica di proteggere vini italiani e francesi. Mentre la Commissione Europea precisa in una nota che “i controdazi possono essere sospesi in qualsiasi momento, qualora gli Stati Uniti accettino una soluzione negoziata equa ed equilibrata“. 

La reazione del governo italiano e il Tavolo con le imprese

Vano dunque lo sforzo italiano di sensibilizzare sull’opportunità di evitare una risposta fatta di nuove imposizioni commerciali, resta grande apprezzamento per la prontezza con cui l’esecutivo ha aperto al confronto costruttivo a livello interno e per l’attenzione dedicata alle ricadute sul tessuto imprenditoriale nazionale.

Dopo l’incontro straordinario con la task force di Governo, composta dai Ministri le cui materie di pertinenza sono direttamente coinvolte nella partita dei dazi, nella giornata di ieri il Presidente Meloni ha incontrato a Palazzo Chigi le principali associazioni di categoria nazionali per un confronto sui numeri analitici e sulle misure da intraprendere. Anche Conflavoro è stata presente, illustrando i dati del proprio Centro Studi sull’analisi degli effetti settoriali dei dazi, soprattutto su automotive, agroalimentare e meccanica di precisione, oltre ad una valutazione sulle proiezioni in termini di perdite occupazionali e di Pil. 

Nella proposta di intervento avanzata alle categorie, Meloni ha aperto alla possibilità di ricavare 25 miliardi di aiuti alle imprese a valere su risorse europee inutilizzate, prelevate in parte dal Pnrr e in parte dai fondi di coesione, senza così compromettere i conti pubblici e ferma restando l’appello a fare fronte comune. Tra le proposte, anche l’alleggerimento di alcune normative del Green Deal ritenute penalizzanti, posizione condivisa da altri Paesi europei che hanno invocato un aggiornamento delle strategie ambientali in risposta al nuovo scenario geopolitico ed economico.

Missione di Meloni in USA il 17 aprile

A seguito di tali consultazioni, e al netto della decisione europea successiva, Meloni ha rafforzato la propria posizione in vista della visita ufficiale a Washington, il 17 aprile, dove il confronto bilaterale con Trump si concentrerà sulle tariffe e sulla difesa del sistema produttivo italiano, certamente con l’intento di rappresentare gli interessi del sistema produttivo italiano, ma anche con la volontà -dopo oggi, ancor più urgente – di promuovere un percorso di de-escalation commerciale, nel quadro più ampio delle relazioni transatlantiche.

In questo contesto così complesso, la gestione politica ed economica delle prossime mosse sarà determinante per preservare la stabilità e la competitività non solo del sistema-Paese, ma anche dell’Unione Europea.





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