Dazi americani, quali effetti? Il sondaggio tra le piccole e medie imprese del Lazio


L’annuncio dei dazi americani, poi la decisione di congelare le misure protezionistiche. Una situazione che, tra incertezza e comportamenti contraddittori, sta provocando un terremoto nel panorama economico globale. 

Latina Today aveva già analizzato anche le possibili ripercussioni sull’export delle aziende pontine grazie ai dati messi a disposizione dalla Camera di Commercio. Ora sulla condizione della nostra economia e di quella della reigone interviene anche Federlazio, che ha realizzato un sondaggio tra le piccole e medie imprese per comprendere come stiano affrontando la crisi e per raccogliere suggerimenti e opinioni sugli scenari futuri. Nel sondaggio sono stati coinvolti 100 imprenditori del Lazio, ai quali sono state rivolte domande riguardanti gli impatti diretti sulle attività aziendali, i possibili sviluppi del mercato globale, le iniziative e gli strumenti possibili per implementare il sostegno alle imprese.

Ebbene, dalle risposte è emersa una forte preoccupazione degli imprenditori. Il 41% delle pmi del Lazio considera infatti questa condizione piuttosto critica, pur non potendo fare previsioni per il futuro. E a questa percentuale si aggiunge un 16% di imprenditori che comincia già a subire gli effetti negativi dei dazi sulla propria attività (9%) e chi ne prevede a breve (7%). Un altro 21% di imprese ritiene che si stiano verificando impatti depressivi sul commercio internazionale, che saranno destinati a durare nel tempo, mentre solo il 12% ritiene che questa attuale crisi sia destinata a rientrare. In questo quadro il 34% degli imprenditori prevede di subire gravi contraccolpi nel futuro della propria azienda e, all’interno di questa percentuale, il 22% si considera a rischio di chiusura nel caso perdurasse questa situazione.

“Per quanto riguarda le prospettive sul commercio globale – spiega Federlazio – il 40% degli imprenditori prevede effetti negativi soprattutto per gli Stati Uniti. Ma c’è anche una diffusa opinione, espressa dal 67%, che ritiene poco probabile che l’Italia possa compensare la riduzione del valore delle esportazioni verso gli Stati Uniti con ricavi provenienti da altri mercati. Di conseguenza è del tutto coerente l’auspicio del 42% degli imprenditori di avviare trattative con gli Stati Uniti al fine di mitigare i dazi”. 

Accanto a questa analisi, sono state anche indicate misure necessarie, tra le quali: linee di credito agevolate per le imprese esportatrici (indicate dal 35%);

incentivi e sostegni economici per le aziende colpite dai dazi (32%); fondi pubblici per supportare le imprese nella ricerca di nuovi mercati (30%); formazione e consulenza (28%) per il riposizionamento delle imprese sul mercato statunitense, ad esempio attraverso il reshoring, joint venture locali e produzione negli Usa..

“In questi giorni ci troviamo ad affrontare una situazione di straordinaria complessità e incertezza, causata dalle recenti decisioni del presidente degli Stati Uniti riguardo ai dazi e alle misure protezionistiche – dichiara il presidente Federlazio, Alessandro Sbordoni – Questo ‘terremoto’ sull’economia globale ha generato inquietudine tra le nostre piccole e medie imprese. È necessario pertanto avviare un dialogo diplomatico con gli Usa per allentare la morsa dei dazi e, allo stesso tempo, sostenere la ricerca di nuovi mercati che possano compensare la riduzione delle esportazioni verso gli Stati Uniti”.  “È innegabile che la grande maggioranza delle imprese della nostra regione stia percependo un impatto critico – aggiunge il direttore generale di Federlazio, Luciano Moccicon – con un 34% che esprime serie preoccupazioni per la propria sostenibilità e occupazione. In questo contesto è fondamentale che le istituzioni nazionali e locali, insieme al mondo della finanza, rispondano prontamente e con decisione a queste sfide attraverso misure e strumenti che possano includere linee di credito agevolate e incentivi economici per superare gli effetti negativi dei dazi”.



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