All’alba, quando Roma ancora sonnecchiava, hanno abbandonato i loro appartamenti in via Pincherle e via dei Colli Portuensi. Alcuni con passi incerti, stampelle e carrozzine che avanzano a fatica. Un corteo silenzioso con diversi anziani e persone malate.
Si sono ritrovati sul Lungotevere, davanti alla sede dell’Ater, l’ente che avrebbe dovuto proteggerli. Oggi, tra quelle mura, si deve decidere il destino delle loro esistenze. In mano stringono fogli che sembrano condanne: lettere laconiche e impersonali che annunciano la vendita all’asta delle case in cui hanno vissuto per una vita intera.
Store di vite
Tra loro c’è chi ha visto due guerre, chi combatte ogni giorno con il dolore, chi riesce a malapena a sopravvivere con una pensione ridicola. Eppure sono lì, fieri e ostinati, perché in ballo non c’è solo un tetto, ma c’è il diritto a una vecchiaia serena, a una dignità che non si svende al miglior offerente.
Appoggio vano delle istituzioni
Anche una delegazione municipale ha varcato la soglia dell’Ater per tentare un dialogo. Ma la risposta è stata fredda come una sentenza irrevocabile: non si torna indietro. Nessuna pietà, nessuna deroga. O comprano gli appartamenti (a un prezzo ribassato del 20%) ma comunque irraggiungibile per quasi tutti, oppure le abitazioni andranno all’asta. E con esse, svanirà ogni certezza. Ogni speranza.
Il presidente del XII Municipio
“L’Ater agisce come un’impresa qualunque, cancellando la sua anima pubblica”, ha dichiarato con amarezza Elio Tommasetti, presidente del XII Municipio. Un’accusa rilanciata anche da Andrea Catarci, responsabile per il Giubileo della Partecipazione. “Senza un intervento immediato della Regione Lazio – ha sottolineato – stiamo condannando alla strada persone tra i 65 e i 96 anni. Persone che, per decenni, non hanno mai saltato il pagamento di un solo affitto”.
Angoscia devastante
La tensione è insostenibile. Alcuni inquilini sono crollati sotto il peso dell’angoscia nel ricevere quella maledetta lettera. Una signora ha confessato di aver pensato di farla finita. Un altro, afflitto da una malattia terminale, teme di dover morire lontano dalle pareti che hanno custodito la sua intera esistenza.
Perché questi immobili vanno all’asta?
Nel 2009, quegli immobili furono strappati alla speculazione. Oggi, Ater li rivende per “risanare i conti”. Ma a quale prezzo umano? Molti degli abitanti di quelle case non hanno nemmeno un contratto in regola. Se le case saranno acquistate da privati, per loro non resterà nulla. Nessun diritto. Nessuna tutela. Solo la brutalità di una porta chiusa in faccia.
Impensabile arrendersi
La protesta non si spegne. Dopo l’incontro, le mobilitazioni continuano. Un consiglio straordinario è stato convocato nel XII Municipio, e il 5 maggio una delegazione verrà ascoltata dalla commissione Urbanistica regionale. Al loro fianco ci saranno consiglieri e presidenti di commissione. “Non saranno lasciati soli”. Questa la promessa della capogruppo del Partito Democratico Valeria Baglio e del presidente della commissione Patrimonio Yuri Trombetti. “La Regione deve agire subito – hanno aggiunto – è in gioco il diritto fondamentale alla casa e alla dignità”.
Foto: businessonline.it
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