Milano, protesta operai ospedale Sacco stipendi non pagati


Una protesta per presunte irregolarità nei pagamenti. E’ successo venerdì mattina, all’interno del padiglione 5 in fase di ristrutturazione all’ospedale Sacco di Milano dove è in corso un importante intervento di ammodernamento da 110 milioni di euro da ultimare, con fondi Pnrr, entro il 2026. 

Hanno smesso di lavorare e hanno deciso di fermarsi. Venerdì mattina gli operai impegnati nei lavori di ristrutturazione dei padiglioni hanno interrotto le attività e organizzato una protesta a causa del lamentato mancato pagamento degli stipendi. Sul posto sono intervenute le forze dell’ordine e i delegati delle organizzazioni sindacali Feneal, Filca e Fillea che – come reso noto – “stanno lavorando per lo sblocco dei bonifici dovuti ai lavoratori”.

“Quello che è accaduto è inaccettabile e dimostra le gravi carenze di controllo da parte della stazione appaltante, ASST Fatebenefratelli Sacco” spiegano i sindacati che, secondo quanto ricostruito, dallo scorso mese di dicembre chiedono un incontro per affrontare “le problematiche del cantiere, senza ricevere alcuna risposta”.

“Non è tollerabile”, la presa di posizione dei sindacati

“L’Asst non può continuare a ignorare le proprie responsabilità: la normativa sugli appalti pubblici prevede chiari doveri di vigilanza sulla filiera dei subappalti, ma qui il controllo è totalmente assente. Non è tollerabile che nei cantieri pubblici i lavoratori vengano pagati solo dopo le proteste, mentre le imprese appaltatrici e subappaltatrici continuano a gestire i fondi senza alcuna trasparenza. L’Asst deve garantire il rispetto dei contratti e delle condizioni di lavoro: non si può scaricare sulle spalle dei lavoratori la cattiva gestione di appalti e subappalti”.

I sindacati hanno chiesto un incontro con l’Asst Fatebenefratelli Sacco “per chiarire le responsabilità di quanto accaduto e per garantire che episodi del genere non si ripetano”.

Ribassi e subappalti da 50 milioni: chi sta ristrutturando l’ospedale Sacco di Milano

I padiglioni interessati dai lavori sostenuti con fondi Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) per un totale di 110 milioni di euro sono diversi e il cantiere era stato suddiviso in lotti, con 13 padiglioni coinvolti da adeguamenti sismici, strutturali e antincendio. Il termine previsto è fissato per la prima metà del 2026.


 



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