Roma, 14 marzo 2025 – L’attualità del pensiero di Marco Biagi, il giuslavorista barbaramente ucciso dalle brigate rosse il 19 marzo del 2002, fra i primi a teorizzare la partecipazione dei lavoratori alla vita di impresa, al centro del convegno organizzato a Roma dalla Fondazione Tarantelli e dall’associazione Amici di Marco Biagi. Tra i relatori all’iniziativa, oltre alla leader Cisl Daniela Fumarola e al segretario generale della Fisascat Cisl Davide Guarini, Maurizio Sacconi, presidente dell’associazione Amici di Marco Biagi ed ex ministro del lavoro, Marco Osnato, presidente della Commissione Finanze della Camera, Antonio Gozzi, presidente di Federacciai.
Nel suo intervento Sacconi ha sottolineato come Biagi, allo stesso modo di Ezio Tarantelli, partisse dal principio di realtà e non da schemi ideologici. E per questo le sue idee «sono immanenti nel dibattito del momento e ci aiutano a comprendere tutte le potenzialità della legge sulla partecipazione». Osnato, nel sottolineare l’approccio riformista di Biagi, ha assicurato guardia alta sulla legge di iniziativa popolare elaborata dalla Cisl, approvata a Montecitorio e ora passata all’esame del Senato. Una legge apprezzata dal presidente di Federacciai, che ha spiegato come Confindustria nel tempo abbia superato la propria diffidenza in merito.
Sulle esperienze concrete di partecipazione dei lavoratori si è soffermato il segretario generale della Fisascat Davide Guarini, che ha rimarcato il ruolo forte della contrattazione nei settori del terziario di mercato, altamente frammentati e polverizzati. «Nel terziario e nel commercio – ha sottolineato il sindacalista – sigliamo oltre 30 contratti nazionali e la piccola dimensione di molte aziende non aiuta. Solo in quelle più grandi della grande distribuzione organizzata ci sono forme di partecipazione, grazie alle commissioni paritetiche che intervengono sui molteplici aspetti».
«Nelle piccole imprese – ha aggiunto – dobbiamo puntare sulla bilateralità che va valorizzata e rafforzata sul piano fiscale e legislativo per generare benessere lavorativo e ottenere miglioramenti sul piano motivazionale e della produttività». «La bilateralità, che consente di negoziare formule partecipative, e la contrattazione territoriale – ha concluso il sindacalista – sono le due leve per rafforzare il welfare, la salute e la sicurezza e diffondere la cultura della partecipazione».
Nell’intervento di chiusura del convegno, la leader Cisl Daniela Fumarola ha sottolineato l’attualità della lezione di Marco Biagi, che «credeva nella forza del dialogo, nella capacità delle parti sociali di trovare soluzioni condivise, dinamiche, adattive, e nella necessità di un sistema di relazioni industriali orientato alla concertazione e alla responsabilità. Credeva che l’incontro negoziale tra impresa e lavoro, fosse la via maestra per costruire un sistema di relazioni più equo, tutelante e competitivo». «Partecipazione, contrattazione e concertazione – ha aggiunto – sono i tre lati fondamentali di un campo riformista che oggi deve vedere uniti sindacati, imprese e Governo».
Fumarola ha inoltre ricordato che «in un’epoca di trasformazioni digitali e transizioni ecologiche, dobbiamo rispondere ai bisogni reali dei lavoratori, garantendo una redistribuzione della produttività, formazione delle competenze, stabilità e sicurezza lavorativa, conciliazione tra vita e lavoro, maggiore controllo su salute e sicurezza. Occorre un nuovo statuto della persona nel mercato del lavoro e delle competenze, che riconosca i diritti all’apprendimento continuo, garantisca un sostegno al reddito universale legato alla formazione, per accompagnare i lavoratori nelle transizioni occupazionali, una rete di orientamento che aiuti giovani, donne e lavoratori più fragili a trovare opportunità di crescita e stabilità».
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