Previsto per il 1° aprile il voto al Parlamento europeo sul pacchetto Omnibus


Secondo quanto filtra dalla stampa europea, nel Parlamento europeo ci sarebbero posizioni differenti sul pacchetto Omnibus, mentre in Consiglio sembra esserci un maggiore consenso sul pacchetto come emerso dalla riunione del 12 marzo dei Ministri delle finanze dell’UE nell’ambito dell’ECOFIN.

Pacchetto Omnibus in discussione il 1 aprile

La votazione sulla richiesta di procedura d’urgenza è prevista per il 1° aprile, durante la sessione plenaria del Parlamento Europeo.

Si va verso lo stop-the-clock, misura straordinaria che consente di posticipare l’entrata in vigore di una normativa già approvata, concedendo più tempo agli Stati membri e alle aziende per adeguarsi alle nuove regole per il pacchetto Omnibus.

Il provvedimento riguarda la modifica della CSRD (Direttiva UE 2022/2464) e della CSDDD (Direttiva UE 2024/1760) in merito alle tempistiche di applicazione delle norme sulla sostenibilità aziendale da parte degli Stati membri. Durante la stessa sessione plenaria, del prossimo aprile, i deputati europei potranno presentare emendamenti e votare sul dossier, seguendo le scadenze stabilite dal Presidente del Parlamento europeo.

Come noto in Parlamento le posizioni sono differenti sull’Omnibus, mentre in Consiglio sembra esserci un maggiore consenso sul pacchetto come emerso dalla riunione del 12 marzo dei Ministri delle finanze dell’UE nell’ambito dell’ECOFIN.

Le misure di semplificazione proposte dalla Commissione

I ministri hanno discusso circa le misure di semplificazione proposte dalla Commissione il 26 febbraio scorso, valutando se il ‘metodo omnibus’ possa favorire una rapida semplificazione sul campo e come garantire che tali misure siano prioritarie sia a livello europeo che nazionale. Inoltre, hanno evidenziato altri ambiti della legislazione europea che necessitano di interventi di semplificazione per rafforzare la competitività delle imprese dell’UE, con particolare attenzione alle PMI.

Secondo il Ministro delle finanze italiano Giancarlo Giorgetti, Omnibus mostra un giusto equilibrio tra ambizione e pragmatismo e accoglie anche diverse proposte sollecitate dal nostro paese. Giorgetti, inoltre ha sottolineato l’importanza che al Clean Industria Deal si accompagni una robusta azione di semplificazione burocratica che introduca miglioramenti più proporzionati e pragmatici al quadro normativo della finanza sostenibile. Lo stesso ministro si è mostrato favorevole a un rinvio in tempi rapidi delle scadenze di attuazione delle direttive sulla rendicontazione ESG e sulla due diligence sulla sostenibilità.

Il meccanismo approvativo europeo, vede da una parte il Consiglio con il voto sulla proposta stop-the-clock ad aprile e dall’altra il Parlamento dove il PPE sta spingendo per una procedura d’urgenza, che punta ad adottare il pacchetto prima dell’estate, dando così ai Paesi il tempo di recepirlo nel diritto nazionale (con scadenza 31 dicembre 2025).

Una spinta per una semplificazione ancora maggiore

Fanno da contraltare alcuni Paesi, che vorrebbero una semplificazione ancora maggiore rispetto a quella prevista dall’Omnibus. La Francia, per esempio, propone di alzare la soglia della CS3D a 5.000 dipendenti (allineandosi così alla propria normativa sulla due diligence), i Paesi Bassi vorrebbero estendere la proposta di rinvio alla prima ondata di aziende soggette alla CSRD, mentre la Repubblica Ceca ritiene che la Commissione debba puntare a una riduzione degli oneri superiore al 25%.

L’altra sfida sarà quella di armonizzare l’approccio tra i diversi Paesi europei, che stanno procedendo in ordine sparso. Alcuni, infatti, non hanno ancora recepito la CSRD nel diritto nazionale. Da questo punto di vista, i ministri hanno sottolineato l’importanza di garantire condizioni di concorrenza eque tra gli Stati membri in materia di obblighi di rendicontazione.



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